Traffico di cocaina, cinque arresti
Smerciavano la droga sulle rive del Lago Maggiore. In manette anche un insospettabile carrozziere
Un personaggio insospettabile, senza precedenti penali, che operava nell’ombra e con un ruolo di primo piano nello smercio di cocaina in alcuni paesi sulle rive del Lago Maggiore. Questo, secondo i carabineri di Sesto Calende, era Francesco Ermini, 46enne, carrozziere di Cadrezzate, arrestato insieme ad altre quattro persone, con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione denominata "Herbie" è partita nel marzo dello scorso anno con il sequestro di due chili di cocaina e con l’arresto di un colombiano e due albanesi. I carabinieri, coordinati dal pubblico ministero della procura di Busto Arsizio Roberto Craveia, non si sono fermati a quel primo episodio e alla domanda perché su una piazza relativamente piccola come quella di Sesto Calende arrivassero quantitativi così ingenti di droga, hanno dato subito una risposta. Dopo vari appostamenti, controlli e indagini complesse si arrivava sulle tracce dell’insospettabile Ermini. La svolta cruciale di tutta l’operazione avviene però nell’aprile di quest’anno, quando l’uomo fa un viaggio ad Udine per ritirare un ingente quantitativo di cocaina, proveniente dalla vicina Austria. Fermato dai carabinieri, il carrozziere di Cadrezzate veniva trovato in possesso di uno zainetto con quattro chili di cocaina. L’Ermini ha cercato inutilmente di giustificare quella presenza scomoda, sostenendo di aver trovato lo zainetto poco prima e di averlo preso senza conoscerne il contenuto. Giustificazioni che non gli evitavano il trasferimento nel carcere di Udine.
I carabinieri proseguivano le indagini che riportavano dritte dritte sulle rive del Lago Maggiore. Dopo poco tempo veniva smantellata tra Sesto Calende e Ispra l’intera organizzazione, che faceva capo all’Ermini. In manette finivano così altre quattro persone, tre di Ispra e una donna di Castelletto Ticino, l’unica a non avere precedenti penali per reati specifici. "I cavalli" erano in grado di smerciare un chilo di droga al mese, che portava nelle tasche del carrozziere tra i 15 mila e i 25 mila euro ogni mese.
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