Gita scolastica in carcere
I ragazzi dell’IPSIA: "Il carcere non è come lo si vede nei film"
In controtendenza rispetto alle migliaia di notizie di arresti e atti di delinquenza, i giovani alianti dell’IPSIA di Varese hanno deciso di fare il loro esercizio di cittadinanza approfondendo l’informazione su quello che succede dietro le sbarre.
Il filo rosso del video presentato alla conferenza del 2 marzo al Teatro Apollonio è la giustizia riparativa. Un’iniziativa che ha visto i detenuti della Casa circondariale di Varese svolgere attività utili alla società, come ridipingere i sottopassaggi di via Morosini, usufruendo delle ore di permesso premio.
Dopo un lungo lavoro in classe sul pregiudizio e sull’informazione, 8 ragazzi sono stati, a nome dell’istituto, alla Casa circondariale di Varese con una lunga lista di domande da rivolgere a detenuti e personale del carcere.
Le tre ore di videointerviste hanno lasciato i ragazzi soddisfatti dall’esperienza. “Il carcere è molto diverso da come me lo aspettavo” hanno detto in molti confrontandosi all’uscita del carcere. Qualcuno ha aggiunto “è molto umano” ed ancora “ho visto che i detenuti sono persone come noi, anche se hanno commesso degli sbagli”. L’idea di entrare in carcere come volontario spaventa ancora, ma parecchi sono rimasti affascinati dal lavoro della polizia penitenziaria, molto diversa dal loro immaginario cinematografico.
Il preside Giovanni Blasi che ha accompagnato gli studenti dell’IPSIA, si è dimostrato entusiasta dell’iniziativa di giustizia riparativa, invitando i responsabili del progetto a svolgere delle attività nel suo istituto. “Penso che una collaborazione tra carcere e scuola sia molto utile, perché la concretezza di certe esperienze può evitare di far commettere ai ragazzi delle sciocchezze in futuro. “ Il preside chiarisce che “i detenuti potrebbero venire a scuola per piccole manutenzioni dell’edificio e lavorare con i ragazzi per dipingere i muri sporcati dagli studenti e le porte rotte da atti vandalici. “ Dopo qualche considerazione sui sempre minori investimenti statali nell’istruzione pubblica, il preside ha aggiunto “specialmente in questo momento la scuola deve aprirsi al territorio e collaborate con tutte le istituzioni presenti carcere, asl, enti locali: solo con questo tipo di iniziative si può riuscire ad educare gli studenti e renderli cittadini”.
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