Questione cormorani, la replica degli ambientalisti: «Inutili gli abbattimenti selettivi»
Le associazioni rispondono all'intervento dell'assessore Bruno Specchiarelli, appoggiandosi a uno studio scientifico svolto dall'Insubria
Riceviamo e pubblichiamo
Abbiamo letto sulle pagine di Varesenews l’intervento dell’Assessore provinciale Bruno Specchiarelli sulla questione cormorani, stimolato da un nostro precedente comunicato stampa. Innanzitutto riconosciamo all’Assessore il merito di non volersi sottrarre al confronto, ma detto questo ci preme puntualizzare quanto segue.
E’ vero, il cormorano mangia pesce, lo abbiamo sottolineato anche noi. E’ molto abile a catturarlo perché la sua storia evolutiva l’ha reso uno specialista in questo campo. Se però per decidere se attuare o meno un provvedimento di “dissuasione cruenta” (come dire “ucciderne 100 per spaventarne 1000”) si chiama in causa la scienza, bisognerebbe farlo fino in fondo. Effettivamente alle pagine 289 e 290 del corposo ed autorevole studio svolto nel 2003 dall’Università dell’Insubria si parla di un totale di 93 tonnellate di pesce mangiato (comprendendo nel conteggio, a onor del vero, anche lo svasso maggiore al quale va attribuito poco meno del 40% del totale). Bisognerebbe, tuttavia, leggere anche il resto della medesima ricerca.
A pagina 306, ad esempio, si legge che “Non è infatti pensabile perseguire un ridimensionamento della predazione da parte di svasso maggiore e/o cormorano attraverso una sostanziale riduzione delle popolazioni, in considerazione anche dell’elevato turnover degli individui presenti (gli individui prelevati verrebbero infatti più o meno rapidamente rimpiazzati da altri)”. In altre parole: gli abbattimenti non risolvono nulla perché ben presto la popolazione si ristabilisce, essendo fondamentalmente regolata dalle prede a disposizione.
E ancora: “Interventi limitati (su scala locale) e/o parziali (in termini di individui abbattuti), possono portare a risultati positivi ma temporanei che, peraltro, indebolirebbero l’influenza di qualsiasi fattore di controllo densità-dipendente (la diminuzione di densità indotta dagli abbattimenti ridurrebbe la competizione tra individui, parziale fattore di controllo delle popolazioni)”. Gli abbattimenti, cioè, modificano la dinamica della popolazione che potrebbe essere stimolata ad aumentare il proprio tasso di riproduzione, fino ad accrescersi.
Infine, a pagina 307: “L’abbattimento di un numero anche molto limitato di individui (ma anche il semplice tentativo di abbattimento, non necessariamente portato a termine) può produrre effetti comparabili con quelli ottenibili utilizzando mezzi di dissuasione incruenta”. Quindi, se dissuasione cruenta ed incruenta portano ai medesimi risultati, perché non limitarsi a quella incruenta?
Insomma, se vogliamo dirla tutta la scienza era arrivata a ben altra conclusione rispetto a quella a cui è giunto l’assessore Specchiarelli.
La realtà è che un capro espiatorio bisogna sempre trovarlo. In questo caso il più facile da individuare era il cormorano ed in tal modo si è dato un contentino a chi ne chiede la testa.
Questo, probabilmente, il vero motivo della sua condanna senza colpa.
LAC Sezione Lombardia
Legambiente Coordinamento Provinciale Varese
Oipa Italia Sezione Varese e Provincia
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