Perché un precario dovrebbe iscriversi al sindacato?
Sono giovani, qualcuno di loro è un lavoratore atipico, qualche altro ha scelto il sindacato per tradizione famigliare. Il coordinamento giovani della Cgil indica la nuova strada da percorrere
«Se dici a un tuo collega di lavoro di fare un’assemblea o di scioperare ti dicono che sei comunista».
«Non è ancora un’offesa».
«Direi che noi crediamo in alcuni valori».
«Una volta mi alzavo contenta di andare a lavorare. Oggi non più».
«C’è troppo individualismo».
«Il sindacato dovrebbe essere un po’ più critico con la sua organizzazione. E quando parla di scuola e di contrattazione dovrebbe parlare anche di merito».
«Io sono diventata sindacalista perché mio padre lo era nella sua fabbrica. E così mio fratello».
«Una delegata della mia azienda ha mollato la Cisl e si è iscritta al Sinpa».
«Sinpa? Che nome è».
«È il sindacato padano».
«Perché se uno è precario si dovrebbe iscrivere al sindacato?».
«Io sono stata precaria proprio nella struttura dei servizi della Cgil, adesso mi hanno assunta».
«I servizi non sono mica una roba burocratica. Noi rispondiamo ai bisogni della gente».
«Io sono ancora precario, ma spero nell’assunzione. Altrimenti sai che coerenza».
«Assomigliate a quelli del piano di sopra, parlate troppo. Bisogna fare. Scusate, forse sono stata troppo dura».
Sotto il cielo della Camera del Lavoro di via Nino Bixio c’è grande confusione. Quindi tutto va bene. Che il sindacato sia nel bel mezzo di una tempesta perfetta lo sa anche il segretario della Cgil varesina, Franco Stasi, uno di quelli del piano di sopra, sceso per incontrare il coordinamento giovani convocato da Daniele Bandi.
«Abbiamo bisogno di investire su di loro – dice Stasi – e fornire ai giovani delegati momenti per confrontarsi. Sono contento che qui ci siano rappresentanti di realtà esterne alla nostra perché il coordinamento giovani deve essere autonomo rispetto all’organizzazione».
La seconda riunione del coordinamento giovani della Cgil si apre con la commemorazione di Vittorio Foa, un "grande vecchio" morto recentemente. Il messaggio, sbilanciato sul futuro e i giovani, colpisce i presenti che lo ascoltano in silenzio. Andrea, Daniele, Matteo, Diego, Ivano Sabrina, Marco, Simona, Alessandra, Livio , Sonia, Rosi, Youssef e Alessio sanno che aprirsi al "resto del mondo" è una necessità per capire dove stanno andando ed è per questo che alla riunione sono presenti i rappresentanti di Anpi, Uisp e Libera. Il sindacato a sua volta ha bisogno di loro per affrontare il cambiamento in atto.
Qualche sindacalista in pensione caccia dentro la testa e inizia a domandare ai giovani, come se si trovasse di fronte a uno specchio del tempo. Andrea, studente liceale di appena 18 anni, ha fatto in tempo a vedere "L’isola dei famosi", ma non la caduta del muro di Berlino. Per lui il termine comunista ha un vago sapore demodé. Però quando parla di politica non rinuncia alla parola passione.
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