Barroso rieletto alla presidenza della Commissione Europea
Ricevuta l'investitura democratica, Barroso, 53 anni ed ex Primo Ministro del Portogallo, sarà così alla guida dell'esecutivo comunitario anche per i prossimi cinque anni
Il Parlamento europeo ha votato per la riconferma di José Manuel Barroso a Presidente della Commissione europea, con 382 voti a favore, 219 contrari e 117 astensioni. Era necessario raggiungere la maggioranza semplice dei voti espressi. Ricevuta l’investitura democratica, Barroso, 53 anni ed ex Primo Ministro del Portogallo, sarà così alla guida dell’esecutivo comunitario anche per i prossimi cinque anni, dopo i cinque appena trascorsi.
Nel 2004, Barroso aveva ottenuto 413 voti, mentre il precedente Presidente, Romano Prodi nel 1991 ebbe una maggioranza più ampia (392 voti a favore ma solo 72 contro). La nomina di Barroso era stata proposta all’unanimità dei 27 Capi di Stato e di governo dell’UE, che come si sa rappresentano i diversi partiti politici al governo in ciascun Paese.
La Commissione è una delle tre principali istituzioni europee, con il Parlamento e il Consiglio dei Ministri. I suoi ruoli principali sono due: garantire la corretta applicazione delle regole previste dal Trattato dell’UE, e eseguire le politiche comunitarie anche attraverso i programmi di sostegno finanziario.
Martedì, prima di votare, il Parlamento di Strasburgo ha tenuto un dibattito basato sul programma presentato da Barroso una settimana prima, che aveva come priorità il superamento della crisi, la lotta ai cambiamenti climatici, la crescita e la coesione sociale, i diritti sociali, l’accesso delle imprese ai mercati globali, lo sviluppo delle reti del futuro.
Nel dibattito Barroso si è concentrato sulla ripresa economica basata su un modello sociale di mercato, proponendosi di combattere il dumping sociale e annunciando una revisione della direttiva sull’orario di lavoro. Ha anche promesso iniziative per eliminare le disparità salariali tra uomini e donne. Sul bilancio UE, ha proposto di portare avanti un approccio basato sulla solidarietà. Infine, Barroso ha promesso dei cambiamenti nella struttura della Commissione europea, con la nomina di commissari per la giustizia, i diritti fondamentali e le libertà civili, per gli affari interni e l’immigrazione e per l’azione a favore del clima così come un consigliere scientifico per la ricerca e l’innovazione.
I diversi gruppi politici presenti in Parlamento hanno commentato le loro dichiarazioni di voto. Il principale sponsor di Barroso è stato il Partito Popolare europeo che raccoglie i partiti di centrodestra. Secondo il PPE Barroso ha dato prova di essere un candidato di alto profilo, in grado di rispettare le aspettative del gruppo popolare. Il gruppo di centrosinistra dei socialisti e democratici, secondo per dimensioni nell’emiciclo, ha invece auspicato un reale cambio di direzione per l’UE e sottolineato la necessità di nuove leggi europee, come una direttiva sui servizi pubblici. I liberali (ALDE) pongono al centro l’esigenza di ripulire il sistema bancario e rafforzare la supervisione sulle banche.
I verdi non hanno invece espresso fiducia in Barroso. Prima di nominare il nuovo presidente della Commissione bisognerebbe attendere l’esito del voto in Irlanda sul Trattato di Lisbona (che si terrà il 2 ottobre). Secondo i verdi europei, se il popolo irlandese vota ‘sì’ per Lisbona, si verrebbe a creare una nuova situazione per l’Europa, alla quale le nuove nomine andrebbero adattare. La sinistra ha evidenziato la necessità di un’Europa sociale, in pace e sostenibile dal punto di vista ambientale, aggiungendo che Barroso è la persona sbagliata per chi desidera questo tipo di Europa. Anche i nazionalisti britannici, da sempre contrari a qualsiasi tipo di integrazione europea, pensano che il Parlamento non dovrebbe votare per Barroso fintanto che il popolo irlandese non si sarà pronunciato sul Trattato di Lisbona, per ragioni opposte a quelle dei verdi.
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