“Arrivano gli All Blacks, godetevi la festa”
Francesco Pierantozzi, giornalista varesino di Sky, sarà in cabina di regia con il ruolo di coordinatore della produzione. «È un'occasione irripetibile per propagandare il rugby: gli azzurri devono giocare per vincere»
Ci saranno anche molti varesini tra gli oltre ottantamila spettatori che sabato prenderanno posto al "Meazza" di Milano per assistere al test match di rugby tra l’Italia e i mitici All Blacks neozelandesi. Tra essi ce n’è uno con un ruolo molto particolare, Francesco Pierantozzi (al centro nella foto in occasione dell’allenamento tenuto a Varese da John Kirwan), giornalista e di Sky e grande esperto di palla ovale, con un passato da giocatore nel Rugby Varese. Ecco quali sono i suoi consigli e le sue opinioni a pochi giorni da una partita-evento mai così attesa dal rugby italiano.
Pierantozzi, i telespettatori sentiranno la sua voce commentare Italia-Nuova Zelanda?
«No, non sarò in telecronaca ma in coordinamento, perché la partita è prodotta proprio da Sky. In pratica guarderò il match in regia con il compito di far vivere l’evento al meglio per chi ha scelto di guardarla in televisione. Sarò a fianco del regista e dovrò segnalare i fatti salienti o interessanti che colgono le varie telecamere».
Insomma, decisioni da prendere in una frazione di secondo: servono tempi di reazione simili a quelli dei giocatori.
«In un certo senso sì. Bisogna essere decisi e commettere meno errori possibile: se li ridurremo al massimo… avremo vinto».
Ci spieghi che partita sarà, dal punto di vista tecnico.
«Non voglio più sentir dire che gli All Blacks sono Golia e l’Italia è il piccolo Davide. Se la Nuova Zelanda viene a giocare a Milano non è per fare un favore al movimento azzurro: la nostra nazionale ormai è squadra di alto livello internazionale e deve scendere in campo per vincere. È passato il tempo di esultare per le sconfitte o per i progressi: almeno nei primi otto uomini e in particolare in prima e terza linea l’Italia è tra le migliori squadre al mondo e presenta giocatori come Parisse (nella foto da www.federugby.it) e Castrogiovanni di caratura mondiale. Io credo che il XV di Mallet disputerà un’ottima gara, anche se ovviamente questo non vuol dire che riuscirà a vincere. Ma provarci è doveroso».
Gli All Blacks a Milano stanno accentrando un’enorme attenzione sulla palla ovale.
«Sì, dal punto di vista del contorno è un’occasione irripetibile per far espandere questo sport. Io credo che non sia più il tempo di quando si diceva "il rugby è solo per chi gioca"; ormai è uno spettacolo per tante persone e un evento come la partita di sabato è l’ideale per avvicinare nuovi appassionati. Pensiamo a bambini e ragazzi: un match simile in uno stadio pieno può far scoccare la scintilla che porta all’amore per questa disciplina».
L’attesa è alta anche per l’Haka, la danza rituale fatta dai "tuttineri" subito prima del match. Spesso gli avversari la guardano a muso duro: cosa faranno gli italiani?
«John Kirwan di recente è stato chiaro: reagire male all’Haka è come andare allo zoo, far arrabbiare i leoni e poi aprire la gabbia. Io credo che gli azzurri la debbano osservare senza farsi distrarre. Spesso infatti gli avversari degli All Blacks perdono concentrazione e nei primi minuti di gioco rischiano di venire travolti».
Infine, dia un consiglio a chi sarà a Milano per guardare dal vivo la partita.
«Recatevi allo stadio in largo anticipo e godetevi tutta la giornata di cui il match è solo il momento centrale. Ci sarà tanta gente vestita in modo strano, o almeno con dei richiami al mondo del rugby, sarà l’occasione per una birra o una salamella tra amici. E poi mi raccomando: massimo rispetto per gli avversari; anche fischiare il calciatore che prova un piazzato è un gesto da deplorare. Infine un ultimo consiglio; se anche non capite qualcosa del gioco non preoccupatevi. Chiedete, osservate le cose che vi colpiscono e… tornate in altre occasioni».
LE FORMAZIONI: ITALIA – NUOVA ZELANDA
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