Scuole al collasso, indebitate in attesa dei rimborsi statali
Un milione, forse anche due o tre. A tanto ammonta il debito che lo Stato italiano ha verso le scuole pubbliche varesine. "La situazione è difficile ma non allarmante" commenta il dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale Claudio Merletti
Un milione? Forse anche due o tre. A tanto ammonta il debito che lo Stato italiano ha verso le scuole pubbliche varesine. Una stima precisa non c’è ma, ufficiosamente, sembra che i rimborsi attesi dagli 84 istituti del primo ciclo varino dai 70.000 ai 100.000 euro, mentre per i 35 del secondo i debiti dello Stato si aggirino tra i 100.000 e i 200.000 euro.
Da almeno cinque o sei anni, non arrivano i fondi destinati a pagare gli insegnanti che fanno l’esame di maturità, per esempio. Non sono stati restituiti i pagamenti della tassa sui rifiuti. Sono in grave ritardo i rimborsi per le supplenze assegnate.
Le scuole si attrezzano limitando al massimo le spese "accessorie": quando un insegnante si assenta per malattia, per esempio, si tiene colpo smistando gli alunni nelle altre classi, o facendo entrare i ragazzi un’ora prima o dopo. Con buona pace della qualità dell’insegnamento.
Molti progetti, come "scuole aperte", sono stati accantonati in attesa di momenti migliori. Presidi e insegnanti battono cassa dove possono per poter arricchire l’offerta culturale.
Da quest’anno, inoltre, non è stato nemmeno comunicato quanto arriverà per le spese di funzionamento, quei soldi necessari a far funzionare l’amministrazione. È slittata a marzo 2010 la comunicazione dei fondi per realizzare i progetti.
I dirigenti sono in difficoltà, chiamati a firmare un bilancio spesso fondato su numeri incerti. Scuole varesine al collasso, dunque? Il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Claudio Merletti pur ammettendo qualche difficoltà, preferisce minimizzare:
«La situazione è difficile ma non siamo in emergenza. I dirigenti stanno dimostrando di sapere reggere pur in grave disagio, ma mi rendo conto che il tempo ormai stringe. I soldi per ripianare l’emergenza del ciclo primario sono stati annunciati e dovrebbero essere in arrivo».
Intanto le scuole si appellano al buon cuore dei genitori…
«Il contributo volontario o di soliderietà non è un espediente plausibile sempre. Andrebbe valutato caso per caso, capirne le necessità reali. A volte si utilizza anche il fondo per l’istruzione che dovrebbe servire per le attività aggiuntive, o i fondo per le gite. Non sono operazioni corrette, se non giustificate da un motivo serio».
Le scuole non hanno i soldi per pagare le supplenti. In un periodo come questo, con l’influenza imperante, l’attività didattica si paralizza.
«Le scuole possono chiamare le supplenti anche prima dei quindici giorni. Poi, è chiaro che i fondi non ci sono e le scuole rischiano di anticipare senza certezze. Bisogna, però, riflettere sull’efficacia di chiamare una supplente esterna per periodi così brevi. La riorganizzazione interna spesso è la soluzione migliore»
Con le novità introdotte dal Ministro e il carico di lavoro degli insegnanti non è più possibile avere docenti con ore a disposizione per le supplenze
«In effetti si è di gran lunga ridotto il numero di ore a disposizione di un insegnante. Purtroppo, non sembra avere grande fortuna nemmeno la soluzione individuata dal ministro Gelmini e dal Presidente Formigoni in favore dei precari con il patto territoriale. Fino ad oggi i richiedenti tra gli aventi diritto sono stati solo 24 tra i docenti e i 23 tra il personale ATA»
Quindi le scuole sono al collasso…
«Gli sprechi, però, erano effettivamente tanti. L’uso improprio delle risorse generalizzato e costoso. Tanti sono gli esempi: come l’uso degli insegnanti per compiti di vigilanza fuori dall’orario scolastico. Questi atteggiamenti hanno creato una situazione a cui oggi si sta tentando di porre rimedio. Io non nego che ci siano difficoltà finanziarie, ma bisogna porre maggiore attenzione su sprechi e usi impropri di risorse».
A proposito di rivisitazioni, quali novità sul fronte della razionalizzazione delle scuole primarie?
«A parte la verticalizzazione che interesserà le scuole di Gallarate e l’unificazione degli istituti comprensivi di Cocquio e Cittiglio, richiesto dalle due amministrazioni, per la scuola varesina si profila l’abrogazione di due dirigenze che non riguarderà il funzionamento didattico dei singoli plessi».
In consiglio comunale a Varese approderà un nuovo piano che di fatto abolisce le dirigenze della Righi e della Parini che confluiranno sotto l’attuale presidenza della Morandi. Anche la Dante verrà verticalizzata (verrà collegata attraverso un’unica dirigenza) accorpando le elementari di Casbeno e di Bobbiate. La scuola dell’infanzia di Calcinate, infine, passerà dalla Morandi alla Vidoletti.
La vostra esperienza:
"Nella nostra scuola sono anni che non c’è la carta igienica". È una delle frasi che sentiamo ripetere sempre più spesso dagli studenti quando si chiede quali siano i problemi.
I genitori, come racconta anche il dirigente Merletti, in molte realtà intervengono per acquistare carta per le fotocopie, cancelleria e altro.
Com’è la situazione della vostra scuola?
Raccontatecela e la pubblicheremo. Mandateci una semplice email con testo, foto e quanto vi sembra interessante.
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