La Lega vola, Tarantino sindaco al primo turno
Con il 56,83% il candidato del carroccio la spunta sugli altri tre sfidanti; nel PdL delusione per l'ampio sorpasso da parte della Lega
Il primo commento di Leonardo Tarantino, neosindaco di Samarate, non è di entusiasmo, ma di analisi fredda del risultato: «Tutte le nostre previsioni si sono avverate: la Lega Nord è davvero il partito che sa ascoltare la gente». A partire dal dato più importante: la vittoria conquistata al primo turno dal centrodestra unito, con uno schiacciante 56,83%, oltre trenta punti in più dello sfidante più agguerrito, il sindaco uscente Vittorio Solanti. L’altro dato significativo è il risultato di lista della Lega, che conquista il 32,72% dei consensi, distanziando di quasi sette punti il PdL, che si ferma a quota 25,99%.
Tra gli sfidanti, il miglior risultato è quello di Vittorio Solanti, con il 26,08%: il sindaco uscente si è ricandidato con mesi di anticipo, ha visto sfaldarsi nei mesi la maggioranza, si è visto abbandonare da una parte consistente dell’ex Margherita, ha tentato di arginare la sconfitta. «Sapevamo fin dall’inizio che sarebbe stata difficile, molto difficile» conferma nell’atrio del palazzo comunale, dopo aver salutato il nuovo primo cittadino della Lega, in attesa del passaggio di consegne ufficiale.
La novità di queste elezioni amministrativa è quella di Samarate Città Viva: il suo candidato Pietro Bosello, sostenuto anche dall’Udc, ha raccolto il 14,57%, mentre la lista ha ottenuto l’11,57% dei consensi, pari a quasi mille voti. «Un buon risultato, considerato che siamo nati solo tre mesi fa e che le liste civiche a Samarate si sono attestate sempre sotto il 15%» spiega Paolo Bossi, l’ex vicesindaco che ha raccolto il maggior numero di preferenze nella lista. Chi non ha davvero nulla da festeggiare è Sinistra per Samarate. La corsa solitaria della compagine della sinistra radicale (di fatto ridotta alla sola Rifondazione) è stata fatale, visto che il candidato Marco Rossini ha ottenuto solo il 2,5% e la lista un risultato ancora inferiore (2,44%). La corsa solitaria della compagine della sinistra radicale (di fatto ridotta alla sola Rifondazione) è stata fatale, visto che il candidato Marco Rossini ha ottenuto solo il 2,5% e la lista un risultato ancora inferiore (2,44%): «Abbiamo pagato la divisione del centrosinistra, che noi abbiamo subìto» commenta con tono mesto Rossini. «Noi abbiamo sempre chiesto unità. Il dato più negativo va addebitato a Samarate Città Viva: la buona proposta iniziale della ricerca di una alleanza al di fuori del Pd non si è poi realizzata. E la loro scelta ci ha costretti a correre soli».
Nelle file della nuova maggioranza la Lega esulta, mentre il PdL si ritrova diviso tra la soddisfazione della “riconquista” del palazzo e la delusione per il sorpasso da parte del carroccio. «Anche il voto regionale indica il desiderio di premiare chi fa rispetto a chi parla. E sia qui che a livello regionale emerge la forza della Lega: non siamo più i gregari». Ora si apre la partita sulla squadra di governo, con la suddivisione degli assessorati tra carroccio e PdL: il decreto Brunetta riduce da sei a cinque gli assessori, complicando la partita. La Lega, di certo, è pronta a far valere il suo peso elettorale. In casa del PdL la delusione è evidente per il risultato del partito: «Il nostro risultato è decisamente insoddisfacente» spiega Stefano Cecchin, confermato consigliere comunale. Cecchin cheide una riflessione profonda sul partito e parla di scelte che hanno danneggiato l’esito, a partire dall’ «esclusione di gruppi organizzati», con riferimento ai diktat della Lega che il PdL ha accettato dopo una estenuante trattativa che ha diviso anche le correnti interne. Più distese le dichiarazioni degli esponenti dell’area laica: «La speranza – commenta Luca Macchi – è che Tarantino adesso possa lavorare tranquillo, con le spalle coperte, grazie all’ampia maggioranza in consiglio».
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