Viva la banda, dove s’impara a suonare
Quasi ogni paese o frazione ne ha una: le bande musicali sono molto spesso realtà che vivono da 100 e più anni. E rappresentano una scuola di musica eccezionale
Ce n’è una in ogni paese, a volte – nelle città – persino più di una. Sono le bande musicali, una realtà che nel tempo è cresciuta, si è rinnovata, ha saputo trovare continuità nel tempo: scuole di musica popolari, dove gli anziani lasciano il posto ai ragazzini dopo aver insegnato a suonar la tromba o a tenere il tempo con la grancassa e il rullante. «È il contesto migliore per vedere la coesistenza di almeno tre generazioni» ci spiega Massimiliano Legnaro, che è vicemaestro della Filarmonica Saltriese e direttore di varie formazioni, tra Varesotto e Canton Ticino. «I corsi interni della filarmonica – continua Legnaro – continuano a vedere l’ingresso di nuovi ragazzi: ragazzini di 12 anni che possono imparare trovandosi accanto ai musicisti che suonano nella banda da cinquant’anni». La banda di Saltrio, piccolo paese al confine con la Svizzera a due passi da Viggiù famosa per l’inno ai pompieri, è una vera istituzione: 35-40 membri, una sessantina di musicisti, 80 persone coinvolte negli eventi. Quest’anno hanno vinto anche il "Flicorno d’oro", importante concorso internazionale di musica per bande.
Di bande, in giro per la provincia, ce ne sono davvero tante. Un censimento parziale ne individua almeno una cinquantina, comprese alcune realtà più particolari come la Fanfara dei Bersaglieri di Lonate Pozzolo o la banda provinciale. Si va dalle bande di Varese e Busto fino a quelle dei paesini più piccoli delle valli. La banda più "piccola" della provincia è forse il "Corpo Bandistico San Giuseppe di Cavagnano", frazione di Cuasso al Monte: piccola per il paesino a cui fa riferimento, non certo per la continuità e la freschezza dell’esperienza: «La nostra banda ha un’età media inferiore ai 30 anni» ci spiega Stefania Cignoli, 33 anni. Antica per origini, la banda si è data una struttura e una divisa solo a fine anni Ottanta «Noi siamo entrati in banda 25 anni fa, c’erano tante persone anziane, sopra i 70 anni. Nel tempo le altre persone sono andate per età, ci hanno passato la passione. Adesso siamo in 35 con una media sotto i 30 anni, il più anziano ha 38 anni». Come in ogni altra realtà, l’attività della banda segue i momenti più importanti della vita del paese, con le feste civili e religiose. Molte bande aggiungono poi, alle uscite "istituzionali", anche un paio di concerti l’anno, tipicamente a Natale e in primavera o in estate.
L’anniversario della Unità d’Italia quasi coincide con il "giubileo" di molte bande: spesso, un po’ in tutta Italia, l’Unità coincideva con il tentativo di creare un elemento di identità locale e di ufficialità. Al 1863 – due anni dopo l’Unità – risalgono le gloriose bande di Jerago con Orago, nel Gallaratese (nella foto), e di Bisuschio, in Valceresio. Proprio in Valceresio si trova anche una delle bande musicali più antiche in assoluto, il Corpo Musicale Arcisatese, fondato (con atto ufficiale) nel 1855: è l’inizio di una tradizione che in Valceresio ha messo radici, visto che oggi c’è anche una pregiata rassegna dedicata alle bande. Tra le bande più antiche ci sono il Corpo Musicale di Germignaga(nel 2010 ha festeggiato il 200°), le bande di Sesto Calende (1822, ha festeggiato da poco il 190°), di Luino (1838) e di Saronno (1847, documenti dal 1854), allora in provincia di Milano. Dopo la nascita della "Banda sociale" legata alla Società di Mutuo Soccorso, a Saronno le bande in un certo periodo furono addirittura cinque, specchio dell’attività vivace dell’associazionismo della cittadina operaia e industriale.
Anche oggi le città maggiori della provincia vantano più di una banda: "naturale" la cosa per Varese, visto che ogni frazione aveva la sua banda e che molte resistono con orgoglio ancora oggi, alla Rasa, a Velate, a Capolago. A Gallarate c’è "solo" La Concordia di Crenna, ma per esempio nella vicina Samarate convivono da un secolo le due bande di Samarate e di Verghera. Nella già citata Saronno – dopo che il podestà fascista impose un’unica banda – il Corpo Musicale si è ricostituito liberamente come unica banda cittadina, raccogliendo l’eredità delle altre. A Busto Arsizio invece la Pro Busto – nata nel 1893 – convive con le bande dei due orgogliosi rioni di Borsano e Sacconago. A Sacconago la banda è un’istituzione ben organizzata, dotata di un edificio di proprietà e organizzata in forma di cooperativa: «A differenza di altre bande – ci spiega il segretario della "Filarmonica Santa Cecilia" – che hanno quasi chiuso, durante il fascismo noi abbiamo sì avuto un calo di persone, ma nel 1929-30 abbiamo inaugurato la sede. Per gestirla è nata una società anonima, poi trasformatasi in cooperativa, da sempre stata collegata al nostro rione». Solo pochi anni fa, con grande sforzo, la banda ha rinnovato l’edificio, con il contributo di decine di persone.
Per le bande portare avanti l’attività è un grande impegno collettivo: oltre ai contributi dei Comuni – molto variabili, ma non certo sufficienti a coprire i costi – c’è l’autosostentamento e ci sono gli spettacoli. C’è chi – come le bande di Caronno Pertusella e Gerenzano – ha accentuato l’aspetto spettacolare sull’esempio della marchin’ band, anche con le majorette; c’è chi aggiunge le colonne sonore dei film al repertorio. Oltre
ai concerti, alcune bande hanno creato veri spettacoli bandistici, come a Sacconago dove si sono costruiti spettacoli per l’Unità d’Italia, in collaborazione con l’Anpi. Il cuore della banda rimane comunque la capacità di rimanere legata al paese e di crescere nuove generazioni: la scuola di musica è una vera scuola popolare che regge alla modernità, nonostante la concorrenza dei corsi privati per strumenti moderni. Certo, anche qui si adatta: «Noi abbiamo una buona scuola allievi: ogni anni abbiamo 25 allievi sui tre anni, quest’anno sono entrati 4 allievi» racconta ancora Stefania Cignoli di Cavagnano. «Alcuni entrano a 10 anni, qualcuno anche meno. Da un paio d’anni promuoviamo anche una scuola p
er strumenti non bandistici, tipo pianoforte e chitarra. I professori sono tutti diplomati, c’è un piccolo contributo dalle famiglie per coprire i costi. Un tempo invece era molto più alla buona anche la scuola, un unico insegnante che insegnava tutto». Altro fronte, la collaborazione con la scuola dell’obbligo: «Abbiamo un progetto con il Comune, che dà contributo per fare "avviamento" nelle scuole medie». Anche a Sacconago la realtà didattica è consistente: «Abbiamo 40 musicisti effettivi, dai 14 anni ai 70 circa, e una decina di allievi».
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
PaoloFilterfree su Vannacci a Varese, sala gremita per il suo attacco frontale: “Von der Leyen? Sembra viva”
Castegnatese ora Insu su Raid vandalico nella tensostruttura di Castronno: rubati i palloni e divelti gli estintori
Bruno Paolillo su Varese e la crisi del commercio: interviene anche Paolo Ambrosetti tra dati allarmanti e la replica del Comune
GrandeFratello su Arrivano i treni Varese-Milano Centrale. Ma solo per due giorni
Massimo Macchi su Tarip, le prime fatture fanno discutere. Coinger: "Una rivoluzione culturale"
PaGi su Si è ribaltato un altro grosso tir, traffico in tilt tra Somma Lombardo e Malpensa lungo la via Giusti
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.