Le 22 aziende che scaricano (legalmente) le acque in deroga

Versano nelle fogne senza aver depurato tutto, è giusto? La risposta della Provincia di Varese chiarisce perchè esistono e a che cosa servono le autorizzazioni Aia

Ci sono 22 aziende della provincia di Varese che hanno alcuni scarichi di acque sottoposti a deroghe rispetto ai criteri di depurazione di legge. Un gruppo di comitati nati a Castellanza ha di recente protestato contro queste deroghe, chiedendo che vengano tutte vietate. Si tratta di una richiesta radicale, proveniente non dalle associazioni ambientaliste più conosciute, ma dai comitati di base che fanno capo a iniziative come i No Tav, No Pedemontana, No Elcon, No Mous. Etichette a parte, le deroghe sono legali?
(nella foto, il depuratore di Sant’Antonino a Lonate Pozzolo)

Abbiamo chiesto alla Provincia di spiegarci come stiano le cose, ed ecco che cosa ci hanno risposto. Sì, è tutto legale. Le deroghe sulla depurazione, in realtà, sono dei procedimenti concordati con gli enti locali e sono regolati dalla normativa vigente. Vengono garantite dalla Provincia, in particolare dopo una istruttoria, che passa prima dalla conferenza dei servizi con tutti gli enti coinvolti, a partire dalla Regione, e poi da specifiche valutazioni su casi che il "settore ecologia" analizza voce per voce. Esistono delle deroghe che sono piccolissime, e cioè che non sono riguardano tutti i tipi gli elementi dello scarico, ma anche solo per un componente che ad esempio può essere questo: “Deroga fino a 50 milligrammi per litro, di azoto nitrico”. Gli scarichi di acqua non vengono però versati direttamente nei fiumi, ma nei collettori pubblici. Qual è il motivo di queste deroghe? E’ sostanzialmente quello di una elasticità nell’applicare le normative. Molte aziende hanno impianti vecchi, costruiti prima dell’adeguamento delle leggi. Chiedere loro di rifare tutti gli impianti potrebbe persino portare alla chiusura o a costi eccessivi. Per questo, si stabilisce un percorso virtuoso con queste aziende affinché, in un certo numero di anni, rientrino negli standard.

ALCUNI CASI 
Qualche esempio? La Carlsberg Italia di Induno Olona lavora in un impianto che nacque addirittura nell’Ottocento. Ha una deroga che scade nel 2018, su 4 componenti, e scarica nel depuratore Pravaccio di Varese (zona Iper, sul fiume Olona).
L’autorizzazione Aia (Autorizzazione integrata ambientale) è concessa dalla Provincia ma con il parere favorevole dell’autorità d’ambito (Ato). Ha durata variabile e legata a varie cause. La Tintoria Crespi Giovanni di Busto Arsizio, ad esempio, ha ottenuto nel 2007 una deroga legata anche alla sostituzione di una caldaia che è in scadenza al 30 giugno del 2014. La ex Avir di Origgio ha una deroga solo per un componente. Tra le grandi aziende conosciute vi sono la Lamberti di Albizzate, la Perstorp e la Chemisol di Castellanza, la Goglio di Daverio, tutte autorizzate e con il monitoraggio dei percorsi dell’acqua tra la fabbrica e i depuratori, ma con specifiche deroghe su alcuni componenti.  

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Pubblicato il 28 Aprile 2014
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