Il nuovo statuto comunale rimane impantanato nelle radici cristiane
Continua a mancare l’accordo sulla formulazione del nuovo statuto comunale. Ora il testo tornerà in aula a gennaio ma trovare una mediazione è sostanzialmente impossibile
E’ come un déjà vu. La maggioranza che preme per inserire le radici giudaico cristiane, la minoranza che punta a tutelare anche le altre confessioni, il presidente Diego Cornacchia che cerca la mediazione e poi il voto che si conclude in un nulla di fatto. E’ un copione che si ripete quello per la modifica dello statuto comunale, quando nel luglio scorso per la prima volta è arrivata nella Sala Esagonale la bozza per il suo aggiornamento. E anche nella seduta di lunedì 15 dicembre non ci sono state sorprese.
Il testo non è quindi riuscito ad ottenere la maggioranza qualificata (2/3 dei consiglieri) necessaria per cambiare lo statuto e tornerà in discussione entro 30 giorni, presumibilmente nella seduta convocata il 13 gennaio. «Ci siamo bloccati su questo aspetto che noi consideriamo secondario ma per voi è fondamentale», ha commentato uno dei relatori del testo, il presidente Diego Cornacchia, prima di lanciarsi in una funesta previsione: «continueremo a discuterne in eterno».
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