Wim Wenders racconta la sua America
Una mostra fotografica firmata dal regista tedesco presenta a Villa Panza paesaggi, luoghi e architetture degli Stati Uniti dagli anni Sessanta al Duemila

In pochi sanno che il famoso regista tedesco, ha affiancato per tutta la vita al lavoro di film maker quello di fotografo di luoghi scoperti e vissuti in ogni parte del mondo. «I paesaggi – spiega il regista – danno forma alle nostre vite, plasmano il nostro carattere, definiscono la nostra condizione umana. Il mio approccio ai luoghi è molto diverso. Se devo girare un film e ho in mente una storia, viaggio alla ricerca di quei luoghi che possono aiutarmi a raccontare quella storia, e spesso non mi porto dietro nemmeno la macchina fotografica. Molto diverso invece è quando viaggio, da solo, e ascolto i luoghi che incontro».

Le trentaquattro fotografie che si integrano perfettamente con le architetture ottocentesche, fatte di stucchi e lampadari di cristallo, documentano ambienti, paesaggi, architetture e strade colte dall’obbiettivo fotografico di Wenders con uno sguardo acuto e profondo volto alla contemplazione dell’immensità della natura e alla potenza della luce. Gli stessi temi cari al Conte Panza e che si ritrovano negli artisti e nelle opere scelte perla sua collezione.
Panza diceva che «Se il confronto dell’opera d’arte contemporanea con un’architettura classica funziona, vuol dire che la qualità è la stessa. Sono solo due linguaggi diversi». Le opere fotografiche di Wim Wenders, grandi anche fino a cinque metri, reggono perfettamente il conforto con la villa e gli artisti che ormai “la abitano”.
L’idea della mostra come spiega Anna Bernardini, Direttore di Villa Panza e curatore della mostra, nasce lo scorso mese di agosto, quando il regista e la moglie Donata visitano per la prima volta la Villa, rimanendo affascinati dal luogo e dalle opere. Le consonanze tra l’America di Wenders e quella di Panza si svelano e l’idea diventa un progetto espositivo.
Le fotografie, scattate con una Leica caricata con pellicole a scorrimento, non subiscono lavori di post produzione «I luoghi che voi vedete, sono esattamente come li ho visti io».
Il percorso espositivo si articola al primo piano della Villa e si conclude nelle scuderie con un’opera in cinque atti dedicata a Ground Zero, che Wenders ha potuto fotografare pochi giorni dopo l’attacco. Le macerie fumano ancora, i Vigili del Fuoco lavorano nella voragine provocata dal crollo, ma la luce del sole attraversa la drammatica sequenza delle opere come una preghiera per immagini, che invita alla riflessione più generale sulla violenza.
Come spesso accade, i grandi maestri e i grandi artisti sono capaci di raccontare con stupefacente semplicità e chiarezza il percorso, le idee, l’esperienza che accompagna il proprio lavoro. Wenders è simpatico, serio ma molto profondo. Stupito dell’accoglienza ringrazia l’Italia per la creatività e gli stimoli che ogni visita nel nostro paese gli lascia. Sarebbe bello vedere anche le immagini scattate nei suoi viaggi nel nostro paese.
La mostra è dedicata all’amico Dennis Hopper e Edward Hopper, suo riferimento artistico.
Durante il periodo della mostra sarà realizzata una rassegna cinematografica dedicata aa proiezioni cinematografiche di Wim Wenders, in collaborazione con l’Associazione Amici di Piero Chiara e Filmstudio 90
Wim Wenders. America
Dal 16 gennaio al 29 marzo 2015
Villa e Collezione Panza
Piazza Litta 1, Varese
Per informazioni www.wimwendersvillapanza.it
Orari: tutti i giorni, tranne i lunedì non festivi dalle 10,00 alle 18,00
Video
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