“La gioia di insegnare ai giovani”: Floriano Bodini nel ricordo della figlia Sara

Sara Bodini ricorda l'uomo e l'artista, in occasione della mostra che Fondazione Banca del Monte di Lucca dedica al padre a dieci anni dalla morte

Floriano Bodini a Lucca

A dieci anni dalla morte di Floriano Bodini la Fondazione Banca del Monte di Lucca gli dedica una mostra che ripercorre la sua ricerca artistica dal 1958 al 2000. Una terra che lui amava molto. Esposte oltre 20 opere, alcune delle quali in anteprima assoluta o raramente e mai esposte al pubblico perché proveniente da collezioni private.
Un omaggio doveroso a uno dei maestri del Realismo Esistenziale, molto amato anche dai varesini grazie anche alla sua imponente scultura dedicata a Paolo VI al Sacro Monte di Varese, nel piazzale antistante l’ingresso al Santuario.
La figlia Sara racconta l’anima di questa mostra, il legame dell’artista con la Toscana e quello che sarà il “nuovo” Museo di Gemonio a lui dedicato, oltre a un intimo e personale ricordo dell’uomo e padre artista.

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Floriano Bodini in mostra a Lucca 4 di 17

 L’arte di Floriano Bodini in mostra a Lucca: quali opere sono esposte? É una antologica o si focalizza su un tema particolare della sua ricerca?
Sono 25 sculture, emblematiche del suo percorso, sia nei temi che nei materiali usati. A queste si accompagnano molti disegni, anche inediti, e grafiche di Bodini, oltre ad alcuni disegni di altri artisti, suoi compagni di viaggio, a suggerire la necessità dell’accostamento e della ricerca delle affinità, dei collegamenti, delle influenze culturali.
Come mai proprio a Lucca?
Bodini ha avuto un rapporto intenso e continuativo con la Toscana, e con Carrara in particolare, a testimonianza del quale resta anche il Monumento al cavatore in marmo, ai piedi delle cave. Proprio da Carrara, dove vivono anche mia sorella Paola e tanti amici di Bodini, nasce il contatto iniziale, tra Massimo Bertolini, scultore e suo allievo all’Accademia, e la Fondazione BML. L’idea è stata raccolta con entusiasmo da Giuseppe Gatti che ha contattato i curatori e la famiglia per rendere questo un omaggio corale e condiviso, segno di uno sguardo nuovo e rinnovato sulla sua opera.
Ma Lucca anche perché era uno dei suoi luoghi del cuore: concentrato di arte e storia, appassionava Bodini che tornava spesso a rivedere l’Ilaria del Carretto, la Piazza dell’Anfiteatro, il San Martino. Ricordiamo inoltre la mostra del 1979, alla Galleria Guerrieri, con presentazione (prima di molte) di Pier Carlo Santini.

All’interno della poetica di Bodini che ruolo riveste l’uomo?
Credo che l’uomo fosse la ricerca stessa di Bodini.
Il Realismo esistenziale è stato un momento molto importante nel corso dell’arte italiana, alcune opere sono ancora molto attuali, si può dire che sia sempre attuale?
Flavio Arensi, curatore della mostra di Lucca con Nicola Loi e Maria Stuarda Varetti, parlava, riguardo al realismo esistenziale, “dell’epoca in cui il travaglio del mondo è il travaglio della persona e viceversa”. Era necessario che passasse del tempo, si creasse una distanza da quell’epoca perché la visione divenisse possibile, perché il disorientamento e le domande sull’identità e il rapporto col mondo dei nostri tempi potessero entrare in risonanza con quelle di allora. In questo senso credo sia estremamente attuale.
Per questo, insieme a un team di storici dell’arte, alcuni dei quali hanno continuativamente collaborato al museo come Lara Treppiede, stiamo valutando una serie di ulteriori approfondimenti per ripartire dalla mostra del 2005 fortemente voluta da mio padre che morì proprio la notte prima della inaugurazione.
A 10 anni di scomparsa qua è il primo ricordo che le viene in mente di suo padre?
A 10 anni i ricordi sono ancora talmente vividi e complessi e al tempo stesso fusi insieme che fatico a selezionarli. Ne scelgo uno, non a caso: la visita che fece fare mio padre a me e alla mia classe di liceo al Museo Bodini. L’entusiasmo, l’ironia e la gioia che trovava nell’insegnare ai giovani erano suoi tratti tipici, che anche quel giorno sedussero tutti. E sono qualcosa che credo resti tutt’ora tra quelle mura. Ricordo anche le sue lacrime di gioia all’inaugurazione del Museo, circondato da quegli amici che l’avevano voluto per e con lui.
A casa parlava del suo lavoro? Si confrontava o preferiva “lasciare in studio” il suo percorso di ricerca?
Mio padre lavorare dalla mattina alla sera, con tenacia e feroce passione. La sera a casa era il tempo dei film, dei racconti leggeri, delle discussioni teoriche (e sempre molto accese) sull’arte o sul mondo. Però ricordo anche sere in cui con mia madre, sommersi da libri, fogli e cataloghi, facevano insieme ricerche storiche e iconografiche per i suoi progetti futuri.
Credo che in un certo senso cercasse di “lasciare in studio”le fatiche, le domande e le preoccupazioni, ma che il suo percorso di ricerca fosse così parte di lui da non farsi lasciare facilmente da nessuna parte, nemmeno quando dormiva.
Il Museo Bodini sarà riallestito, ci racconta quali cambiamenti potrà vedere il pubblico?
Con l’Amministrazione abbiamo deciso che dopo un decennio in cui il Museo ha cercato di consolidarsi con significativi progetti espositivi dedicati ai maestri della contemporaneità, sia il momento giusto per concentrarci sullo studio e la valorizzazione della collezione permanente, così come l’aveva per altro organizzata mio padre. Nei prossimi mesi lo sforzo di tutti noi sarà dunque quello di accompagnare il visitatore alla scoperta di Bodini e del suo lavoro, ma anche dell’ambiente culturale in cui la sua opera è maturata. A tal riguardo è fondamentale il lavoro di catalogazione e digitalizzazione dell’archivio che da tempo, con la mia famiglia, stiamo portando avanti. Mio padre immaginava il Museo come un centro aperto dove lo studioso come l’appassionato o il curioso potesse accostarsi alla scultura e all’opera di quelli che per lui erano stati i compagni di viaggio, gli amici, i mentori, ma lo aveva anche pensato come un dono ai suoi concittadini. Stiamo studiando la riqualificazione dei percorsi espositivi, l’integrazione didattica e il riallestimento di alcune sale, tenendo ben presente quali erano state le volontà alla base del lascito di Bodini alla comunità. Per molti anni il Museo ha cercato di affermare la sua responsabilità di luogo della cultura, adesso possiamo immaginarlo come la piazza cittadina in cui il visitatore entra per conoscere Bodini, capire il suo percorso ma soprattutto scoprire con lui le radici di questo territorio, al quale mio padre è stato così legato biograficamente e culturalmente da sceglierlo per il suo Museo. I visitatori potranno trovare questo, non Bodini a Gemonio, ma Bodini e Gemonio che si mostrano con la loro ricchezza culturale.
Bodini. Sculture, disegni, incisioni 1958/2000
Palazzo delle esposizione della Fondazione Banca del Monte di Lucca, piazza San Martino, 7 – Lucca
24 gennaio – 6 marzo
Ingresso libero
Fino al 6 marzo
Orario: tutti i giorni 15-19; sabato e domenica 10 -13 e 15-19.
www.fondazionebmlucca.it

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erika@varesenews.it
Pubblicato il 05 Febbraio 2016
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