Bloccati dalle ruspe, protestano contro il palazzo
In via Don Cervini, per lavori alla fognatura, collegamenti solo a piedi
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Ruspe in azione in via Don Cervini, a Jerago. Si lavora per sostituire la vecchia fognatura, ormai sottodimensionata rispetto al recente sviluppo edilizio della zona, con tubature di diametro più grande che eliminino definitivamente i problemi di allagamento degli scantinati, che spesso qui si sono verificati durante copiose precipitazioni. Tutti contenti, dunque, dell’intervento finalmente in esecuzione, o almeno così avrebbe dovuto essere se non fosse per i disagi che il cantiere sta creando ai residenti della zona. A causarli è la natura della stessa strada. La via don Cervini, infatti, è collegata alla via Monte Nero, da una parte, mentre dall’altra è una strada a fondo cieco che finisce nei boschi. I lavori in corso, iniziati lunedì 8 gennaio, interessano per ora proprio la parte terminale, dove per via dello scavo e dei grossi mezzi meccanici che vi stazionano, è impossibile transitare con un veicolo a quattro ruote. Pertanto cinque o sei famiglie si ritrovano con le auto bloccate e possono raggiungere il resto del paese solo a piedi, e tra queste vi sono anche due attività artigianali: un’armeria ed una falegnameria. Ora, man mano che i lavori andranno avanti, i residenti isolati diventeranno sempre di più. Il comune ha assegnato dei parcheggi al di qua del cantiere, verso l’abitato, dove poter lasciare l’automobile notte e giorno, ma qualcuno non si fida, teme che qualche topo d’auto ne approfitti. Così dopo i primi giorni di rassegnazione per la pesante situazione, il malumore è cominciato a crescere fra gli interessati. Qualcuno ha telefonato in comune per protestare e per chiedere misure meno penalizzanti. Paolo Miola, titolare della falegnameria, è già stanco del grosso disagio causato alla sua attività, anche se ammette che i lavori si devono fare. Così pure Lauro Macchi, che gestisce l’armeria. "Vorremmo che il comune ci venisse incontro per alleviare l’inconveniente". "Sabato e domenica, quando il cantiere era chiuso, potevano coprire lo scavo, mettere delle lastre di ferro e consentirci di passare", protesta. "E se dovesse succedere qualcosa, come si fa ad arrivare alle case?", osserva. Il sindaco Gian Luca Giarola, interpellato sulla questione, premette che prima dell’apertura del cantiere è stato fatto presente ai residenti quali inconvenienti avrebbero dovuto sopportare, e per cercare di alleviarli è stata modificata la viabilità della zona per permettere di parcheggiare le auto oltre l’area dei lavori. "Il responsabile è il direttore dei lavori – precisa – spetta a lui prendere le decisioni connesse con la sicurezza del cantiere, ma dubito che la cosa si possa risolvere con le lastre di ferro, data la natura del terreno". Lo stesso sindaco ha interpellato il direttore dei lavori che ritiene tecnicamente impraticabile la soluzione delle lastre di ferro. Insomma, i residenti del posto devono solo armarsi di pazienza ed aspettare che i lavori finiscano (la durata prevista è di 30 giorni dall’inizio), con la consolazione di avere poi una nuova fognatura che risolverà antichi problemi di allagamenti. |
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