Trauma cranico: “E’ un’epidemia tra i giovani”. Una Onlus lancia l’allarme

E' la prima causa di morte tra i 15 e i 25 anni. Per andare oltre si occupa di assistere la famiglie e chiede un centro diurno in città

"Quattordicimila persone all’anno affette da trauma craniocefalico grave o gravissimo, con stato di coma che si protrae da alcuni giorni a svariati mesi, fino a molti anni, a seconda dei casi". Sono cifre drammatiche, rese note dall’Associazione Per andare oltre, una onlus gallaratese che da tre anni si occupa, a titolo volontario, di assistere la famiglie dei traumatizzati.

Renzo Bardelli (foto), animatore dell’associazione, parla di "vera e propria epidemia" e snocciola altre cifre significative: 140mila persone all’anno ricoverate in ospedale per trauma craniocefalico, 300 nuovi casi all’anno su una popolazione di 100mila abitanti. E’ la prima causa di morte tra i 15 e i 25 anni. Due, generalmente, i motivi: un 60 per cento dei traumi sono dovuti a incidenti stradali, il rimanente 40 per cento si suddivide fra traumi sportivi, domestici e incidenti sul lavoro.

Lo scopo dell’associazione é duplice: assistere psicologicamente la famiglie, ma anche anche aiutarle nella cura dei traumatizzati. "Nei casi più gravi le famiglie non riescono a reagire e si chiudono a riccio"  fa notare Bardelli, 48 anni, impiegato presso il Ccr di Ispra. Il suo interesse per l’argomento nasce nel 1993, quando suo figlio, dopo un incidente in bicicletta, rimane ferito. L’esperienza del coma e della successiva riabilitazione é comune con quella di altre famiglie. Come aiutarle? Per andare oltre si appoggia al Centro Gulliver Nuovi Orizzonti di Cantello. Si tratta di un "programma educativo per la stimolazione al recupero delle autonomie". Ma non basta. Volontari e professionisti legati all’associazioni si occupano di corsi a vario livello, di incontri di socializzazione, di consulenze. 

Attualmente, i casi seguiti, vengono sostenuti attraverso apposite convenzioni con i comuni. "Ora siamo in una fase di riorganizzazione – spiega Renzo Bardelli – vorremmo appoggiarci a una struttura nostra per poter rispondere a un bisogno di tutta la Provincia. Pensiamo a Gallarate, ma è tutto il territorio che ci chiede aiuto. Siamo l’unica associazione che si occupa di queste problematiche. La degenza in ospedale é infatti ottima. Quello che manca é il dopo. In Provincia abbiamo due strutture riabilitative, a Somma e a Cuasso. Ma quando i casi sono gravissimi manca un appoggio sociale alle famiglie. Noi vorremmo creare questo appoggio. Le richieste sono tantissime e non sappiamo più come fare fronte".

Da qualche anno é nato anche un coordinamento nazionale delle associazioni che si occupano del trauma cranico. Genova, Milano e l’Emilia Romagna sono i luoghi dove il territorio si organizzato più tempestivamente. Il coordinamento nazionale associazioni trauma cranico é invece a Gorizia. Gallarate potrebbe diventare un punto di riferimento.

La scheda: Attività dell’associazione 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Marzo 2001
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