Andrea G. Pinketts inaugura il nuovo “Libraccio”

Il noto scrittore noir è intervenuto all'inaugurazione della nuova sede della libreria in piazza XX Settembre

"Il Libraccio" ha una nuova sede. Dopo quasi dieci anni passati in via Dazio Vecchio, la libreria che vende libri e cd, nuovi e usati, si è trasferita al numero 2 di piazza XX Settembre. Uno spazio luminoso e moderno di circa 400 metri quadri, ripartito su due piani, accoglierà lettori e appassionati di musica.  Ad inaugurare ufficialmente la nuova sede è stato chiamato Andrea G. Pinketts. Il noto scrittore noir è   una sorta di buon viatico, visto che aveva inaugurato, e portato fortuna, anche alla sede milanese.

Pinketts ha presentato anche il suo ultimo libro, "Fuggevole Turchese" (Mondadori), o meglio, ha ricordato a tutti che è stato pubblicato qualche giorno fa, perché, per uno di quei misteri a metà tra il marketing e l’esclusiva contrattuale, non può ancora parlarne ufficialmente. La presentazione ufficiale sarà fatta domenica a Milano, nel corso di   una sfilata di moda dedicata al noir, alla quale, oltre a Pinketts, parteciperà il meglio degli autori del genere, tra cui anche Camilleri e Lucarelli. Ciononostante l’autore ha parlato dei suoi personaggi, senza però svelare se il protagonista, Lazzaro Santandrea, morirà in "Fuggevole Turchese", anche se   la scelta del nome dovrebbe essere di per se stessa indicativa.

Pinketts rifiuta la definizione di scrittore della vecchia generazione, ma al contempo rifiuta quella di giovane. «Spesso mi si accomuna a scrittori che hanno poco più di vent’anni. Ad esempio a Chiara Zocchi che ne ha ventitré. Niente di più sbagliato. Io ne ho quasi quaranta, uno in meno di Lucarelli. Con quelle generazioni ho delle affinità, ma solo perché quasi tutte le mie fidanzate non hanno più di ventitré anni».
«Quella di "giovane", è una condizione temporanea destinata a finire, semmai cio’ che contraddistingue lo scrittore è la scelta. Io riconosco l’esistenza di categorie che si fondano appunto sulla scelta. Io scelgo il noir perché non soggiace a delle regole di costruzione, ma è un continuo scavare. La soddisfazione in chi scrive gialli sta tutta nel punto di domanda finale, mentre per lo scrittore di noir sta tutta nei puntini di sospensione. Questo vuol dire che tutto puo’ continuare, perciò se Lazzaro muore, aspettatevi un romanzo sugli zombie».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Giugno 2001
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