Da una storia di soprusi al lieto fine: due arresti per prostituzione
Il cliente si innamora della prostituta e decidono di denunciare gli sfruttatori. Due albanesi accusati di riduzione in schiavitù, sequestro di persona e violenza sessuale
Due arresti per sfruttamento della prostituzione sono stati effettuati la scorsa notte intorno alle 23 a Gerenzano in provincia di Varese. Protaginisti due ragazzi albanesi, che sfruttavano alcune ragazze ucraine. Ma dietro l’arresto non c’è come sempre soltanto una storia di violenze e di schiavitù, ma anche una storia d’amore. Tutto infatti è cominciato quando il cliente di una di queste prostitute, un comasco, si innamora della ragazza, che normalmente lavorava nella periferia di Gerenzano e in breve tempo la convince ad abbandonare la vita di strada, in cambio di un futuro certamente più roseo e sereno. Alla ragazza si aggiunge un’amica decisa anch’essa a lasciare la prostituzione. Dopo aver riferito tutto alla Polizia, ecco che scatta il piano, che ha poi portato all’arresto dei due albanesi. I poliziotti, infatti, si sono presentati sulla statale di Gerenzano ieri sera alle 23 per fare dei normali controlli e bloccando quattro donne, tra cui le due ragazze d’accordo a portare a termine il piano e a denunciare i due sfruttatori. All’arrivo dei due albanesi, a bordo di una Range Rover, che subito si accorgono della presenza della Polizia: scatta allora un inseguimento sulla statale di Gerenzano. Finalmente la Rage Rover viene raggiunta dalla Polizia e fermata per un accertamento dei documenti, ma a questo punto i due uomini riprendono la fuga, speronando persino un’auto della Volante. Ma la fuga è presto destinata a terminare: poco dopo i poliziotti arrestano gli albanesi con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Uno dei due uomini, tra l’altro, era armato di un coltello. Trasportati tutti in Questura per redigere i verbali, i due sfruttatori vengono subito identificati e denunciati dalle ragazze che costringevano a lavorare sulla strada: si tratta di Gjuzi Ndricim del ’72 e Lelja Admir dell’81, che vengono accusati di ben altri tre reati, in seguito al racconto delle due icraine. Le ragazze, infatti, di giorno venivano tenute segregate in un appartemento di Milano, continuamente picchiate e costrette a subire vilenze sessuali dai due albanesi, mentre la sera venivano portate a prostituirsi a Gerenzano, con l’obbligo di consegnare un milione di lire ciascuna agli sfruttatori. |
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