Buoni scuola: i vantaggi sono tutti privati

Una ricerca dell'Unione degli Studenti evidenzia la preponderanza delle richieste del privato (90%) per i buoni scuola. Il consigliere regionale dei DS Marantelli rinnova l'accusa a quel provvedimento e rivela "la giunta vuole tagliare nel bilancio oltre 20 miliardi destinati al diritto allo studio."

E mentre a Roma si discute sull’estensione dei buoni scuola a tutt’Italia, in Lombardia si fanno i primi bilanci. Quello che circola in questi giorni è stato condotto dall’Unione degli Studenti in settanta istituti superiori di Milano. Il dato che emerge è che circa il 90% delle richieste di rimborsi è stata fatta per scuole private: ben 57140 domande contro le 8539 del pubblico. 
Ricordiamo che, secondo le condizioni richieste dalla normativa, il contributo regionale parte da spese superiori alle 400.000 lire e sono limitate alle rette, tasse e contributi vari, mentre a quanti usufruiscono dei buoni scuola viene richiesto un reddito massimo annuo di 60 milioni pro capite, cioè per un nucleo composto da quattro persone, il reddito non deve superare i 240 milioni. Nessun sostegno è stato previsto, invece, per  l’acquisto di libri, trasporti o mese. 
"Questo dato dimostra che le critiche che noi muovevamo erano fondate" commenta il consigliere regionale dei DS Daniele Marantelli. 
Il dato più preoccupante che emerge dalla ricerca, comunque, è che ben il 7% degli istituti pubblici non è stato in grado di pagare le tasse. A ciò si aggiunge il dato Istat secondo cui nella nostra ragione è in aumento il numero di ragazzi abbandonano la scuola.
"Alla luce di questi dati diventa ancora più drammatica la decisione della giunta Formigoni di ridurre la voce di bilancio a favore del diritto allo studio – spiega Marantelli – la manovra di assestamento di bilancio di cui discuteremo in consiglio prevede un taglio di venti miliardi e mezzo per questo prezioso contributo. La fotografia dell’Istat non può che preoccuparci: davanti ad un bisogno crescente di formazione, si permette ai ragazzi di abbandonare i banchi. Ci vorrebbero maggiori investimenti per l’istruzione. Noi non siamo contrari ai buoni scuola per preconcetto o ideologia, crediamo solo che un sostegno all’istruzione  debba essere ampliato e debba valutare anche la bontà degli insegnamenti impartiti. Siamo contrari ai ‘diplomifici’, vogliamo maggior controllo della qualità dell’istruzione e un maggior sostegno a chi veramente merita". 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Luglio 2001
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