Filippo Bianchetti, medico in Varese. Mille pazienti in cura, di cui cinquanta per il colesterolo. Uno dei medici di base che anche in provincia hanno passato il ferragosto a consigliare e rassicurare pazienti e parenti sui reali rischi che corrono coloro che cercano di curare il colesterolo alto. Con una differenza: lui, il Lipobay, quasi quasi lo rimpiange.
Come reagiscono i suoi pazienti allo scandalo della cerivastatina, il farmaco commercializzato dalla Bayer come Lipobay che sembra responsabile di decine di morti nel mondo tra coloro che hanno il colesterolo alto? "E’ dieci giorni che non faccio altro che vedere pazienti che mi domandano nuovi farmaci contro il colesterolo"
Conosce il lipobay? lo utilizzava per i suoi pazienti? "Ah, io l’ho utilizzato parecchio: è un ottimo farmaco".
Non sembrerebbe, data la bufera che si è scatenata attorno a lui… "I farmaci, tutti i farmaci, sono come dei coltelli: sono solo degli strumenti. A seconda di come li si usano possono fare cose buone o cattive. Un coltello, per esempio, può essere usato per tagliare il pane o per ammazzare la nonna. Succede lo stesso con i farmaci: se vengono usati male, succedono tutti i disastri del mondo".
Ma per il lipobay lo scandalo è scoppiato davvero… "Ci sono ondate scandalistiche che periodicamente colpiscono alcuni farmaci: ricordo quand’era capitato al Bactrim e al Rocefin, imputati di crimini orrendi poi rientrati. Nel caso del Rocefin poi è avvenuto in un periodo piuttosto sospetto, in cui gli antibiotici a lui concorrenti avevano subito delle restrizioni che avevano avvantaggiato proprio l’antibiotico contro cui era stata scatenata la campagna di detrazione, poi rientrata".
Pensa che alla fine succederà lo stesso anche al Lipobay? "Il Lipobay è ormai bruciato come farmaco, ed è stato sacrificato dalla Bayer stessa. E’ stata la ditta produttrice infatti, e non gli enti di controllo, ad avvertire del problema dell’interazione con il genfibrozyl. Ma questa storia mi sembra una montatura incredibile, di cui buona parte della colpa è imputabile alla stampa: complice il mese di agosto in cui non succede mai nulla, hanno diffuso un allarmismo incredibile. Il risultato è che tutti quelli che usavano quel farmaco e ora hanno dolori muscolari intenteranno una causa, che chissà come andrà a finire".
Ma il Lipobay era un farmaco pericoloso che è rimasto in circolazione per molto tempo… "Ogni paziente che prende la cerivastatina (questo è il nome del principio attivo del Lipobay, n.d.r.), non la compra al supermercato, la prende da un medico che su questo argomento ha voce in capitolo, e che in questo – ma anche in tanti altri casi quando fa le cose per bene – somministra il necessario con i dovuti controlli e avverte sui rischi e gli effetti collaterali che inevitabilmente ci sono. Problemi di interazioni e rischi connessi al farmaco non erano ignoti, ma presenti sui foglietti illustrativi di tutti i preparati "incriminati". L’unica differenza in questo caso era il fatto che non era vietata l’interazione con il genfibrozyl, ma semplicemente segnalata come fattore di rischio che andava tenuto sotto controllo".
Ma ci sono state delle morti… "A parte il fatto che queste affermazioni mi fanno venire una gran curiosità di verificare come è stato giudicato il nesso tra la morte e il farmaco, e che 50 morti su milioni e milioni di utilizzatori di un farmaco diffuso come quello non sono poi statisticamente così significativi, la maggior parte di morti è concentrata negli Stati Uniti dove la cerivastatina viene somministrata di solito in dosi quadruple e dove sono tutti obesi, e perciò soggetti più a rischio di effetti collaterali e con maggiore tasso di colesterolo. Insomma, in condizioni più estreme di quello che avviene qua in Italia, e che giustificano perciò la maggiore preoccupazione. Del resto, non prendiamoci in giro: di morti da farmaci ce ne sono, non solo per il Lipobay, ma se un paziente muore per shock anafilattico da penicillina, nessuno si sogna di togliere la penicillina dal commercio…"
Parla come uno che ha decisamente la coscienza a posto con i suoi pazienti: come si comportava con loro prima che scoppiasse il caso? "Secondo le precauzioni che si rilevano leggendo il foglietto illustrativo del farmaco, come del resto farei adesso se potessi ancora usarlo! Se ci si prende la briga di leggere i foglietti illustrativi dei farmaci analoghi in commercio, si scopre che tutte le statine hanno gli stessi effetti collaterali su muscoli e fegato, e tutte vanno usate con cautela. Su quegli stessi foglietti erano segnalati anche i possibili effetti delle interazioni con altri farmaci con genfibrozyl, e il livello oltre al quale alcuni esami di controllo dovevano essere considerati sospetti. Ai miei pazienti, per esempio, controllo i valori del colesterolo per alcuni mesi, tento di ridurne i valori consigliando la dieta e poi, se è necessario procedere con i farmaci, prima di dargli delle statine faccio loro esami del sangue per controllare gli effetti sul muscolo – l’esame si chiama CPK – e fegato. Se tutto è a posto, procedo con il farmaco, ma dopo un paio di mesi ripeto l’esame degli enzimi del fegato e del muscolo, per verificare che non ci siano anomalie. Se non ce ne sono nei primi tempi, significa che il farmaco è ben tollerato. In ogni caso, ogni tanto i controlli su muscolo e fegato li aggiungo agli esami per il colesterolo. Il risultato è che tra i miei pazienti, una cinquantina in cura per il colesterolo su mille totali, non ho mai avuto un caso di interruzione per effetti collaterali. E ho la coscienza a posto, perchè ritengo che molti miei pazienti abbiano evitato un infarto o un ictus con la cura che ho dato loro e i controlli che ho effettuato, senza che nessuno avesse effetti collaterali. Ma in realtà anche i miei pazienti, che credo di avere seguito con attenzione, hanno paura. E magari, premurosamente, mi portano in studio ritagli di giornali perchè "magari il mio medico non lo sa"…"
Quando ha saputo della decisione della Bayer di ritirare dal commercio il farmaco? "Ai primi di luglio ho ricevuto, come tutti i medici, la lettera della Bayer e delle altre case produttrici della Cerivastatina che segnalava come le indicazioni riguardanti l’interazione con il genfibrozyl non fossero da considerarsi precauzionali, ma vincolanti e obbligatorie. E da allora mi sono comportato di conseguenza. Ma fin dall’inizio la somministrazione di quel farmaco, associato o no, l’ho effettuata, come è necessario, attraverso una serie di precisi passi e di controlli".
Come vede questa vicenda? "Ai miei occhi il provvedimento è esagerato e del tutto ingiustificato per il farmaco, che ha solo dei problemi – anche se gravi – di interazione con altri farmaci. Mi sembra una manovra per niente chiara, che avviene su farmaci – quelli per il controllo del livello di colesterolo – diffusissimi, che hanno prezzi veramente abnormi e fanno girare migliaia di miliardi. Tanto per darle qualche numero, una confezione da 28 capsule (se ne prende normalmente una al giorno n.d.r.) di Lipobay costa circa 68 mila lire, e una cura che duri circa lo stesso numero di giorni con il Sivastin o il pravaselect, quello che si tende a prescrivere ora, ne costa circa 90mila. Io penso che questo sia l’ennesimo gravissimo episodio di guerra commerciale in questo settore, anche perchè i farmaci che ora somministriamo al posto della cerivastatina che non possiamo più utilizzare, come la serivastatina ad esempio, hanno nel foglietto illustrativo gli stessi precisi identici effetti collaterali. Però ora i miei pazienti sono tranquilli…"
Con tutto il cancan su questo farmaco, in fondo, li possiamo capire. Ma lei sarebbe stato ugualmente tranquillo a continuare a somministrarla? "Se è per questo, sono pronto ad assumere la cerivastatina in pubblico anche in grosse quantità, anche se non ho il colesterolo… con un po’ di controlli, attenzione e buon senso non è certo peggio tanti altri farmaci che assumiamo"
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