Parte la Fiera tra globalizzazione e orgoglio di campanile

Inaugurata la ventiquattresima edizione della Fiera di Varese. Numerose le personalità presenti. Il taglio del nastro affidato al sindaco di Varese e al ministro Bossi

"Viviamo in un periodo difficile, di grandi cambiamenti. Abbiamo enormi opportunità ma i pericoli sono elevati." In un clima festoso ma con nel cuore la disperazione del delicato momento storico che stiamo vivendo si è inaugurata questa mattina la ventiquattresima edizione della Fiera di Varese. Le parole del ministro Umberto Bossi hanno sintetizzato lo spirito di una manifestazione che vede nella prossima entrata in vigore dell’Euro il suo leit motif, con tutte le conseguenze che ne derivano a livello economico e sociale. 
Il momento di incertezza di questi giorni è stato sottolineato da una "variopinta" colonna sonora  composta dal Silenzio intonato dalla tromba della Fanfara di Abbiate Guazzone, dall’Inno d’Italia e dal Va pensiero di Verdi a sottolineare le diverse anime che agitano la nostra provincia.
L’inaugurazione si è aperta con le toccanti parole del parroco di Capolago che ha voluto invitare i presenti alla riflessione per ridare fiducia e forza alla mente e al cuore.
Quindi ha preso la parola il presidente della Camera di Commercio Angelo Belloli. Nel suo discorso il cammino che l’imprenditorialità varesina sta compiendo con il polo fieristico di Busto che entro l’inizio del 2002 aprirà i battenti e il centro Congresso delle Ville Ponti che per decollare appieno avrà bisogno di un’adeguata struttura alberghiera. Un intervento carico di speranze per le ambizioni di una classe imprenditoriale che sicuramente potrà competere in tempi di globalizzazione e di concorrenza internazionale.

E la globalizzazione è riecheggiata anche nell’intervento del sindaco di Varese Aldo Fumagalli,  che invita a difendere i valori locali e le differenze, quali patrimonio irrinunciabile per non dover soccombere al pericolo dell’omologazione e della perdita conseguente della libertà. 
Salvaguardare le differenze, dunque, e considerarle uno stimolante confronto tra le diverse culture. 
Una verità che la Lega Nord da tempo ribadisce e che oggi il ministro Bossi ha riaffermato parlando del disegno di legge sull’immigrazione voluto proprio dal suo dicastero e avallato dal Governo: "Siamo destinati ad essere cancellati come popolo" ha paventato il Senatur che rifiuta, però, ogni possibile accusa di razzismo negando che le scritte apparse ieri sulla macelleria islamica varesina siano opera dei suoi sostenitori : "Le hanno messe quanti hanno convenienza a strumentalizzarle – taglia corto Bossi – noi abbiamo fatto opposizione quando volevano costruire una  moschea in città, una questione concreta e reale." Rilanciare l’orgoglio della propria cultura, delle proprie tradizioni, della propria lingua: questa l’unica risposta per non soccombere in tempi di globalizzazione"
.
Ad ascoltare le parole del ministro, che ha promesso grandi cambiamenti per il futuro, le personalità del mondo politico, economico e sociale della provincia, tutte riunite per salutare l’apertura della nuova edizione della campionaria locale, una scommessa che da anni l’imprenditorialità vince con una media di visitatori assestata sulle 70 mila unità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Settembre 2001
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