| Un uomo buono, troppo buono; tanto da diventare, anche per la sua mole, il bersaglio prediletto degli scherzi dei colleghi. Fino a quando la misura è stato colmata e anche il più buono di tutti ha reagito con violenza: due fendenti al polmone del compagno di lavoro, "reo" di avergli rivolto un sorriso di scherno. E’ finito così in carcere con l’accusa di tentato omicidio un operaio di Gallarate, incensurato, senza nemmeno un richiamo disciplinare; l’episodio, sul quale i carabinieri mantengono ancora un forte riserbo, è avvenuto venerdì in un’impresa meccanica del gallaratese; l’operaio rimasto ferito è ricoverato in ospedale ma non è in gravi condizioni: guarirà, salvo complicazioni, in trenta giorni. C’è dunque un moto inconsulto di ira, alla base dell’incredibile aggressione. L’operaio finito in carcere è alto quasi due metri, è una montagna di muscoli ma fino a ieri non aveva mai fatto male a una mosca; la sua indole da bonaccione, però, lo aveva reso la vittima predestinata di scherzi e prese in giro da parte di un paio di colleghi: scherzi un po’ da caserma, presi da soli non pesanti. Ma che quando si trasformano in uno stillicidio possono far perdere la pazienza anche ai santi. Così è successo venerdì: non c’è stato nemmeno un episodio scatenante. L’operaio è passato accanto ai due colleghi che si sono messi a ridere e a parlottare a bassa voce; l’uomo ha interpretato il colloquio sommesso come l’ennesimo dileggio alle sue spalle e non ci ha visto più: ha preso un arnese che serve a tagliare il plexiglass, si è avventato contro uno dei due sferrandogli due fendenti al torace. Uno dei colpi ha trapassato il polmone. Immediato l’intervento dell’ambulanza e dei carabinieri. Inevitabile, nonostante il passato immacolato, l’arresto dell’operaio che domani sarà interrogato dal giudice. Che deciderà se mantenerlo dietro le sbarre. |
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