Nato per bilanciare il lato scientifico dell’ateneo, il Centro di Storia Locale dell’Insubria celebra i 25 anni

Numerosi storici, accademici e appassionati hanno preso parte alla cerimonia organizzata a Villa Toeplitz. Ai presenti è stato distribuito il volume speciale, che raccoglie tutte le attività svolte dal Centro dal 1999 a oggi

25 anni del centro di Storia Locale dell'Università dell'Insubria

La storica sala di Villa Toeplitz a Varese ha ospitato la celebrazione del 25° anniversario del Centro di Storia Locale dell’Università dell’Insubria, un traguardo che ha permesso di ripercorrere le origini e l’evoluzione di una realtà che, dalla sua fondazione, è diventata un punto di riferimento per la ricerca storica e culturale del territorio.

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Il Centro di Storie locali dell’Università dell’Insubria compie 25 anni 4 di 7

L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi storici, accademici e appassionati di storia locale, tutti uniti per festeggiare un quarto di secolo di attività che ha arricchito il panorama culturale di Varese e delle province limitrofe. A raccontare le origini del Centro è stato il professor Renzo Dionigi, già rettore dell’Università dell’Insubria e ideatore del progetto. Con grande emozione, Dionigi ha spiegato come l’idea del Centro di Storia Locale sia nata nel 1999, ispirandosi ai modelli di centri di ricerca simili già attivi nelle università inglesi: «Mi resi conto che l’Università dell’Insubria era nata con una forte impostazione scientifica, ma che mancava una dimensione umanistica”» ha ricordato, sottolineando come la creazione del centro abbia rappresentato una risposta a questa lacuna, offrendo uno spazio dedicato alla valorizzazione della storia e delle tradizioni locali.

Le sfide dei primi anni

Claudia Storti, storica del diritto medievale e prima direttrice del Centro, ha condiviso con il pubblico il ricordo dei primi anni di attività, caratterizzati da sfide organizzative non indifferenti: «Abbiamo organizzato tutto dall’inizio, lavorando su due sedi universitarie diverse. Ogni passo in quel periodo è stato un impegno enorme, ma anche una grande soddisfazione»  ha affermato Storti, evocando gli sforzi che hanno dato vita a quello che oggi è un centro affermato nella ricerca storica.

Il consolidamento e la visione di futuro

Marco Gaspari, che ha guidato il Centro nella fase di consolidamento e sviluppo, ha parlato del suo impegno nel portare avanti il lavoro di chi lo ha preceduto: «Quando mi sono unito al progetto, mi sono trovato a gestire una realtà già ben avviata, con un forte senso di responsabilità. Il mio obiettivo era allargare la prospettiva della storia locale, aprendo il centro al confronto con altre realtà culturali e storiche»  ha spiegato Gaspari, sottolineando come il Centro si sia evoluto, rafforzando il suo ruolo di interlocutore culturale sia a livello locale che internazionale.

Il valore del patrimonio storico e culturale

L’attuale direttrice, Laura Facchin, ha infine preso la parola, ringraziando per l’onore e la responsabilità di essere alla guida del Centro: «Questa nomina la vivo con orgoglio, ma anche con un po’ di preoccupazione, perché il nostro è un lavoro che richiede grande dedizione» ha dichiarato. La Facchin ha poi dedicato il suo intervento al luogo che ospitava l’incontro: Villa Toeplitz. “Questa villa è uno dei primi luoghi della città che mi ha accolto. È un esempio perfetto di come il Centro di Storia Locale non sia solo un’istituzione accademica, ma anche un custode del patrimonio culturale della nostra città» ha spiegato, ricordando come la Villa, con il suo parco e il suo valore storico, rappresenti un legame profondo con il territorio varesino.

La pubblicazione dei 25 anni di attività

Un momento particolarmente significativo della serata è stato quello della distribuzione di un volume speciale, che raccoglie tutte le attività svolte dal Centro dal 1999 a oggi. Questo libro testimonia il lungo cammino fatto in un quarto di secolo: dalle prime ricerche sulla storia del Sacro Monte, scritta dalle Romite Ambrosiane, ai convegni internazionali con docenti delle principali università europee. Il volume rappresenta una testimonianza tangibile delle numerose pubblicazioni, conferenze e iniziative che hanno contribuito a far conoscere e valorizzare la storia del territorio insubrico.

Un progetto nato da un’intuizione

Renzo Dionigi, ideatore del progetto, ha raccontato come l’idea di fondare il Centro sia nata dal suo interesse per i centri di ricerca sulla storia locale che aveva scoperto durante i suoi viaggi in Inghilterra. «In Inghilterra esisteva già da tempo un dipartimento di ‘research in local history’ che mi aveva colpito molto. Quando sono tornato in Italia, ho capito che il nostro ateneo avrebbe beneficiato enormemente di un’iniziativa simile, per rafforzare il profilo umanistico dell’università» ha spiegato Dionigi. Con l’aiuto della professoressa Claudia Storti e del professor Marco Gaspari, il progetto si è concretizzato e ha preso forma, dando vita al Centro che oggi porta avanti una tradizione di ricerca e valorizzazione della storia locale.

Un impegno continuo

Anche dopo la fondazione del Centro, il professor Dionigi è rimasto sempre attivo nel suo ruolo di presidente, contribuendo a ideare e organizzare eventi, convegni e pubblicazioni. Il suo impegno costante ha permesso al Centro di crescere e consolidarsi nel corso degli anni, trasformandosi in un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere e approfondire la storia e le tradizioni del territorio varesino e insubrico.

In questo anniversario, il Centro di Storia Locale dell’Università dell’Insubria ha celebrato non solo i suoi successi, ma anche il continuo impegno verso la comunità accademica e il territorio. Il volume distribuito durante l’evento rimarrà una testimonianza del lavoro svolto in questi 25 anni e un segno tangibile della vitalità di una realtà che continua a guardare al futuro con entusiasmo e passione per la storia locale.

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Pubblicato il 18 Dicembre 2025
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Commenti

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  1. frenand
    Scritto da frenand

    È sperabile che i volumi mancanti della “Storia di Varese” vengano completati ed editi

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