Per la Fiera di Malpensa è l’ora della verità

La Giunta della Camera di commercio chiede le "scuse" del sindaco di Gallarate e porta i consiglieri della nuova società da 7 a 9

Chi ha più testa ce la metta. Non è solo una battuta, ma quanto hanno deciso di fare i vertici della Camera di Commercio. Si tratta ancora una volta del Consiglio di amministrazione della nuova società che gestirà la Fiera di Malpensa, ovvero il Centro polifunzionale di Busto. La cosa magari non appassionerà tanti cittadini, ma si deve pensare che le opportunità, ma anche gli interessi che girano intorno a questa operazione sono enormi. 
La Camera di commercio con la riforma del 1993 è un ente economico che non risponde più ai politici, almeno in modo diretto. È espressione delle realtà economiche del territorio. Intorno alla nuova struttura, voluta dall’Ente camerale per offrire una buona opportunità economica al Varesotto, si sono invece addensate le nuvole della politica e la posizione del sindaco di Gallarate ha fatto solo emergere un antico problema. I vertici di Camera di commercio manifestano tutta l’apertura e l’attenzione nei confronti degli enti locali, ma non possono tacere il disappunto per quanto successo. Pertanto, non chiedono solo le scuse formali, ma ributtano la palla agli amministratori e quindi anche ai politici. L’ipotesi probabile è quella di un allargamento, da sette a nove consiglieri, e questo di per sé non è proprio carino, ma almeno si capirà chi davvero pone veti. Verrebbe da pensare che tutto è a posto: uno ciascuno la Provincia, Busto e Gallarate, ma non è affatto detto. Come non è detto che arrivino le "scuse" dopo le tempeste pubbliche e quelle che non si sapranno mai. Infatti, sembra che le pressioni sul Presidente Belloli siano state pesanti e le parole uscite siano state ancora peggio.
La Camera di commercio avrà circa il 75% del capitale della nuova società, ma la sua partecipazione alla gestione è di gran lunga inferiore proprio per lasciare spazio agli enti locali con particolare attenzione verso Busto  che ha lavorato da sempre per la realizzazione del centro e che ha investito due miliardi oltre ai cinque dovuti per le opere di urbanizzazione. Tra i due enti esiste un contratto preciso e non è certo che l’amministrazione Tosi sia disposta a rendere la propria partecipazione paritetica con Gallarate che a suo tempo non appoggiò il progetto e che ora verserebbe solo 600 milioni. La Provincia ha invece un ruolo importante sia per le sue caratteristiche di coordinamento del territorio, sia come garante delle amministrazioni minori che entrerebbero con quote minime i capitali e che quindi non saranno mai rappresentate direttamente nel Cda della società di gestione.
Il Presidente della Camera di commercio Angelo Belloli ha ricevuto mandato dalla Giunta camerale, convocata d’urgenza ieri sera, e ha già spedito ai due sindaci e al Presidente della Provincia un documento che chiede ai tre di formalizzare un accordo entro l’11 ottobre per poi poter costituire la società di gestione. Nelle parole odierne di Belloli molta fermezza e disponibilità a risolvere la questione, ma anche l’amarezza per un modo improprio di Mucci gestire la carica di sindaco di Gallarate. "Sarà stato anche uno sfogo emozionale che potrà essere ripensato, soprattutto per il bene del territorio".  
Il consigliere Marco Molteni ha ritenuto "fastidioso ricevere giudizi gratuiti che oltre tutto denotano un atteggiamento doppiamente sbagliato perché non si preoccupano affatto del merito della questione. Questo è pericoloso perché chi entrerà nel Cda della società avrà un compito delicato e dovrà saper gestire con grandi capacità. questo si richiederebbe a chi entra con una mentalità di tipo istituzionale, evidentemente invece la politica cerca di riappropriarsi di un ruolo che ora non le spetta".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Ottobre 2001
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