Rivalutare la montagna lombarda. La Regione dà più forza ai Comuni
Varese - A Villa Recalcati i rappresentati della Commissione Affari Costituzionali hanno presentato la nuova legge sulle Comunità Montane
Una legge vecchia di trent’anni tutta da rifare in virtù del fatto che i Comuni dovranno avere un ruolo da protagonisti all’interno delle nuove Comunità Montane. E così la commissione regionale Affari Costituzionali ha sottoposto questa mattina, 8 gennaio, al giudizio dei presidenti delle quattro Comunità Montane, di cui fanno parte 55 paesi, la proposta di legge.
Al tavolo di Villa Recalcati, ospiti della Provincia, per presentare le nuove disposizioni, il presidente della Commissione regionale Affari Istituzionali Germano Pezzoni, oltre al presidente del Consiglio Regionale Attilio Fontana, Giuseppe Adamoli, i consiglieri Massimo Buscemi, Gianluigi Farioli, Daniele Marantelli, Giovanni Martina, Giampiero Reguzzoni e Paolo Valentini.
Il provvedimento si propone di ridisegnare l’assetto giuridico della Comunità Montane lombarde, “al fine di promuoverle come effettivo strumento di crescita per quanti abitano i territori montani, assegnando direttamente ai Comuni il ruolo di protagonisti nello sviluppo e nella valorizzazione delle aree montane”.
Un progetto di legge che tiene conto, quindi, ha sottolineato nella relazione introduttiva il presidente Pezzoni, della nuova fase politica. Come dire che sotto la lente del federalismo il progetto prevede un ruolo diverso per i Comuni e un nuovo rapporto con le Province e con le Regioni.
Ecco quindi i punti cardine del progetto: assegnare ai comuni il ruolo di protagonisti coinvolti in primo piano nel processo di ridefinizione degli assetti istituzionali del territorio montano; attribuire alla Comunità montana un ruolo forte nella funzione di adeguamento dei servizi necessari per rendere vivibile lo sviluppo in montagna; favorire l’adozione di politiche che giovino effettivamente a chi abita in montagna e definire un assetto istituzionale delle Comunità montane agile e il più possibile libero da imposizioni dall’alto, in modo che sia consentita la massima espressione di libertà.
Una legge valida, ha sottolineato Paolo Sartorio presidente della Comunità della Valganna Valmarchirolo, ma i Comuni dovranno essere in grado di presentare progetti che davvero puntino allo sviluppo e alla crescita della “montagna lombarda”: «I piani regolatori, in quei comuni che hanno vaste aree boschive, sono spesso delle macchie bianche. Molti paesi non hanno nulla da proporre, che non sia il prolungamento di una fognatura o la rivalutazione del centro storico. Ci vogliono progetti più impegnativi, veri programmi di sviluppo».
E i fondi? Altro punto caldo della questione: «Tutto rischia di essere vanificato – ha detto il consigliere dei Ds Daniele Marantelli – se si continuano a tagliare le risorse. I più danneggiati sono i piccoli comuni che, per recuperare risorse, devono poi tagliare le spese sociali e i servizi alla persona. Questo non può che comportare un peggioramento della vita nei piccoli centri e una conseguente fuga dai paesi montani. L’esatto opposto di quello che, con questa nuova legge, la Regione vuole ottenere».
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