Devolution: il Consiglio revoca la consultazione referendaria
Gli interventi dei capigruppo durante il dibattito in aula consiliare
Il Consiglio regionale, presieduto da Attilio Fontana, ha approvato a maggioranza la revoca della consultazione referendaria per il trasferimento delle funzioni dallo Stato alle Regioni.
"La revoca -ha dichiarato il capogruppo della Lega Nord, Davide Boni, relatore del provvedimento- è un atto dovuto, conseguente alle iniziative intraprese dal Governo nell’ottica di una maggiore autonomia regionale. La devoluzione alle Regioni in materia di sanità, scuola e polizia locale decisa dal Consiglio dei Ministri va infatti a potenziare la potestà legislativa esclusiva regionale. Viene dunque meno la necessità di chiamare a referendum consultivo i cittadini lombardi. La devolution ormai è una realtà. Siamo sulla strada giusta per arrivare quanto prima all’obiettivo finale: il federalismo". Il quesito, che recitava "Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie alla promozione del trasferimento delle funzioni statali in materia di sanità, istruzione, anche professionale, nonché di polizia locale, alla Regione?" era stato approvato dal Consiglio regionale. "Siamo sorpresi e disorientati da questo dietro-front – ha dichiarato Ezio Locatelli di Rifondazione comunista nel corso del dibattito – Ciò dimostra che il referendum sulla devolution era in realtà una colossale presa in giro dei cittadini lombardi e che aveva come unico obiettivo quello politico: ovvero propagandare un’idea di federalismo liberista, senza regole e diritti. Per questo chiediamo che il referendum venga annullato per fondamentale incostituzionalità del quesito". Sulla stessa linea anche l’intervento del capogruppo diessino, Pierangelo Ferrari secondo il quale "oggi arriva a termine un percorso grottesco che ha visto forzature politiche, statutarie e regolamentari. Inoltre, si perde un’occasione per avviare un confronto politico serio in cui far sentire le voci delle Regioni contro le resistenze centraliste presenti in tutte le forze politiche e che ancora frenano e ostacolano il compimento del federalismo". Di "vizio di incoerenza", "illegittimità del quesito" ha parlato il capogruppo dei radicali, Lorenzo Strik Lievers. Tre gli aspetti considerati nel suo intervento: "Il quesito era vago e impreciso, non rispettava la legge regionale sul referendum e non venivano rispettate le modalità di convocazione: per questo – ha dichiarato Strik Lievers- chiediamo, attraverso i nostri emendamenti, che si prenda atto della sua illegittimità". |
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