Piazza Libertà sotto accusa: “troppi extracomunitari violenti”

I dipendenti della Standa hanno scritto al sindaco denunciando la situazione, secondo loro ormai diventata insostenibile

I dipendenti della Standa di Saronno hanno scritto al sindaco Gilli e al questore di Varese per le continue scene di violenza provocate da cittadini extracomunitari che sostano nella Piazza San Francesco. Ormai da tempo sono numerosi gli arresti e le segnalazioni di furti all’interno del negozio, sia da parte di italiani, sia da parte di extracomunitari. I dipendenti del supermercato Standa-Oviesse nella lettera definiscono “una situazione divenuta insostenibile all’interno del supermercato, a causa di molti extracomunitari nullafacenti che sostano sotto i portici antistanti la Chiesa Prepositurale ed il nostro supermercato”.

(nella foto i portici della Standa)

Nella missiva i dipendenti raccontano di come vere e proprie squadre entrino in gruppo di 8 o anche 10 per volta, consumino cibo, e soprattutto bevande, all’interno e all’esterno del negozio e che in seguito si verifichino anche episodi di violenza. “Violenza che si esprime con sputi, parolacce, calci, e quant’altro di peggio si può immaginare – prosegue la lettera –Chiediamo quindi di allontanare tutti quegli extracomunitari irregolari e nullafacenti, che sostano tutto il giorno sotto i portici, solo per bere, delinquere e sporcare con lattine vuote e bottiglie rotte lasciate per terra e nelle aiuole”.

 

"Per ragioni di obiettività, non mi sento di dar torto a questa lettera – spiega Gemma Tonucci, presidente del Gruppo Indipendente Volontari Italo Stranieri, attivo da più di dieci anni sul territorio – Ma chi è preposto all’ordine pubblico che cosa fa? Li arrestano e li fanno uscire dopo mezz’ora. Non basta che i vigili e i carabinieri dicano che stanno facendo qualcosa. La maggior parte di quei ragazzi che sostano lì tutto il giorno sono senza permesso”.

(nella foto la Chiesa Prepositurale di Piazza Libertà)

La presidente del Givis, gruppo che fino a un mese fa si chiamava Associazione Extracomunitari (ha cambiato nome proprio per togliere dal gergo comune la parola “extracomunitari”), spiega anche che non è nella sua politica la repressione o la richiesta della presenza delle  forze dell’ordine. "Non serve a niente mandare questi ragazzi in periferia, non è che pulendo il centro, la città diventa bella – spiega la Tonucci – Molti di loro sono brava gente, ma per colpa di quei pochi che si comportano male ci vanno di mezzo tutti. E la stampa, soprattutto locale, certo non contribuisce a migliorare la situazione: si leggono continuamente titoli di furti e arresti di extracomunitari anche per delle piccole cose che normalmente non andrebbero sul giornale. La parola extracomunitario diventa così sinonimo di paura. Parlano tanto di potenziare le forze dell’ordine a livello nazionale; che mettano allora una pattuglia fissa in Piazza Libertà, tanto poi diranno che non ci sono le risorse per farlo”. 


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Pubblicato il 28 Febbraio 2002
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