Raggi x : proteggere il nascituro

Una campagna dell'Azienda Ospedaliera sulla prescrizione di esami radiologici a donne in età fertile e la protezione radiologica

Una donna in stato di gravidanza deve stare molto accorta nel sottoporsi ad esami radiologici: i raggi x , infatti, possono avere effetti negativi, anche gravi, sul nascituro. Su questo tema l’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio ha avviato una vera e propria campagna di informazione rivolta, in particolare, ai medici di famiglia e, indirettamente alle donne in età fertile. E stata realizzata, per l’occasione, una brochure e una locandina da affiggere presso le sale d’aspetto dei medici di base. In esse si avverte del rischio e si comunica ai medici di informarsi su un possibile stato di gravidanza delle proprie pazienti prima di prescrivere loro un esame radiologico in cui l’utero può essere o è sicuramente esposto alle radiazioni. Se l’esame non può essere rimandato o sostituito da una modalità diagnostica che non comporta l’impiego di radiazioni ionizzanti (ecografia, RM) occorre considerare l’esecuzione di un esame minimale; proteggere le gonadi, ove possibile; richiedere una stima della dose al feto. Analoga campagna coinvolge anche i medici che in ospedale eseguono esami radiologici: anche in questo caso la paziente deve essere informata sui rischi derivanti da una esposizione al feto. La brochure li riassume, identificandoli per periodi di gestazione: da un riassorbimento dell’embrione, durante il primo stadio della gravidanza, a eventuali malformazioni e disturbi della crescita; dall’induzione del ritardo mentale al rischio, due-tre volte superiore alla media, dell’insorgenza di cancro durante l’infanzia o la vita adulta. La campagna è stata curata dal Servizio di Fisica Sanitaria e dall’Ufficio Marketing dell’Azienda Ospedaliera.

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Pubblicato il 28 Febbraio 2002
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