Rifondazione comunista contraria alla linea Aricsate-Stabio
In attesa della presentazione dei tracciati a villa Recalcati, il consigliere Regionale Giovanni Martina rende nota la posizione del proprio gruppo
Riceviamo e pubblichiamo «La decisione assunta, relativa alla realizzazione della linea ferroviaria Arcisate-Stabio, nulla ha da spartire cone le necessità della popolazione della valle. È un’opera finalizzata a mettere in comunicazione il centro Europa con l’aeroporto internazionale di Malpensa in grado di mobilitare passeggeri, ma anche merci in funzione della Cargo City (alta velovità-alta capacità). I cittadini della Val Ceresio non ne trarranno alcun beneficio, saranno costretti a mettere a disposizione il proprio territorio per la realizzazione di una infrastruttura che produrrà nient’altro che ulteriore dissenso ambientale in un territorio già fortemente provato da scelte dissennate sul piano dello sviluppo economico della viabilità. Dall’inizio degli anni ’90 è in atto una dismissione strisciante della rete ferroviaria esistente; le forze politiche, sociali e istituzionali hanno l’obbligo di impedire la dismissione ed impiegare forze e risorse per consentire ai cittadini della valle di potersi muovere con un adeguato trasporto pubblico, capace anceh di un’azione di disinquinamento e di congestionamento dal traffico automobilistico. La realizzazione della tratta Arcisate-Stabio favorirà ancora di più il congestionamento, l’inquinamento e il dissesto ambientale in particolare della parte sud, contribuirà a mettere ancora più a rischio la salute dei cittadini di quel territorio, catalizzerà mezzi e risorse esclusivamente a beneficio di grandi interessi economici. I sostenitori delle grandi infrastrutture si affannano a dichiarare che i problemi ambientali che ne deriveranno saranno oggetto poi di attenzione e di azioni di risanamento e comunque rispettosi delle compatibilità ambientali. Mentono sapendo di mentire, perchè propongono la politica dei due tempi, perchè quelle infrastrutture sono strutturalmente incompatibili con le necessità ambientali e con la qualità della vita. Giovanni Martina |
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