Sul fronte integrazione Busto fa come i gamberi
È giunta alla sesta edizione la Festa delle genti. Ma non è incoraggiante il quadro descritto dal presidente dell’associazione Sir John
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Conoscere per non diffidare è l’obiettivo dell’iniziativa che vede fra gli organizzatori l’Associazione Sir John e alla quale aderiscono numerose realtà sociali della città. Ma quanti sono gli stranieri e quali le comunità che vi risiedono. Un quadro dell’immigrazione a Busto Arsizio lo fa il presidente dell’associazione Sir John Vittorio Di Mattei. I regolari sono fra i 1700 e i 1800, mentre non è valutabile il numero degli stranieri che non possiedono il permesso di soggiorno. E se si va a guardare i paesi di provenienza si possono contare ben trenta etnie, anche se di alcune nazionalità ci sono solo un paio di rappresentanti, come nel caso del Congo o del Benin. Le comunità più numerose sono invece quella cinese, bengalese, marocchina, senegalese, tunisina, egiziana e quelle del sudamerica. Le più organizzate sono decisamente quelle senegalesi o quelle latinoamericane. Salvadoregni, ecuadoregni e peruviani hanno infatti il collante della religione cattolica che li porta a condividere diversi momenti collettivi. E quali sono i problemi che si trovano ad affrontare? «La diffidenza e un minimo di razzismo – risponde Di Mattei – cresce la diffidenza e la paura dello straniero, sentimenti a dire il vero creati ad arte per far passare alcune leggi o proposte, come il vigile di quartiere, che poi sembrano le soluzioni a qualsiasi problema». Non è un quadro positivo quello che dipinge il presidente dell’associazione che lavora da anni per l’integrazione. Busto Arsizio non sembra infatti fare passi in avanti su questo versante. «È aumentato il sospetto ed è diminuita la disponibilità all’integrazione» continua. Le conseguenze sono le difficoltà a trovare un lavoro stabile e una casa. «Quello dell’abitazione per i regolari è un problema, le agenzie immobiliari tendono a nascondersi dietro al dito, scaricando le responsabilità sui padroni delle case oppure sulla paura che un immigrato ne porta con sé altri dieci». Ma non è questa una conseguenza della difficoltà di trovare un tetto, si chiede ancora Di Mattei, che fa un elenco di quelli che spesso vanno oltre i disagi, per diventare vere sopraffazioni. Un esempio è la pratica di alcune agenzie a registrare contratti di affitto con prezzi minori, incassando la differenza a parte. Per questo e altro ogni anno si rinnova l’appuntamento con la Festa delle Genti, che si svolgerà sabato 13 in via Pozzi nel cortile di Migrando e domenica al P.I.M.E. (pontificio istituto per le missioni estere) di via Lega Lombarda. Nella prima serata, promossa da Migrando e dalla sezione bustese di Opera Nomadi le musiche della tradizione Rom animeranno il cortile di Migrando. Per l’intera giornata di domenica è in programma un cartellone di appuntamenti a partire dalla S.Messa animata dal gruppo dell’America Latina, per passare dal pic nic internazionale e finire con il dibattito sulla legge Bossi-Fini organizzato da Anolf (Associazione Nazionale Oltre le Frontiere) e al quale interverrà Oberdan Ciucci, presidente Nazionale dell’ Anolf e responsabile delle politiche migratorie della Cisl.
La due giorni di festa è organizzata da Acli, Anolf, associazione Salam, Sir John e dalla Scuola di lingua italiana per stranieri. Vi aderisconol’associazione P. Levi, Cisl e Uil, la Sinistra Giovanile, l’Opera Nomadi , Coop. Elaborando, Bottega Migrando, l’associazione Cristian e la Margherita di Busto. |
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Come ogni anno sarà un’occasione per conoscere e incontrare le comunità di stranieri che vivono a Busto Arsizio. È la





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