È additato come la rivoluzione dei servizi sociali. Ed in effetti il piano di zona, che cambia il modo di operare nel sociale rappresenta proprio questo. Busto Arsizio ora ha il suo programma per i prossimi tre anni. È stato infatti approvato ieri sera, martedì 3, dal consiglio comunale il piano elaborato dall’assessorato di Franco Mazzucchelli. In questo modo il comune porta a casa un finanziamento di 892.500,68 euro spalmato sui prossimi tre anni. E lo fa incassando il consenso di tutti i consiglieri. Ma i gruppi di minoranza mettono le mani avanti. Come verranno suddivisi i titoli sociali, come sarà accreditato il terzo settore, considerato dalla legge 328/00 (che ha istituito i piani di zona) un partner importante nella gestione del sociale. Molti servizi saranno infatti appaltati all’esterno, alle cooperative, al volontariato, al cosiddetto terzo settore. Insomma fuori ci sarà una bella torta da spartirsi e tutti vogliono essere sicuri che le scelte siano fatte in base a competenze e qualità. Anziani, famiglia e minori, malati psichici, disabili, nuove povertà ed emergenze, sono queste le priorità del piano illustrate da Mazzucchelli. «Si tratta di una vera rivoluzione perché coinvolge tutti i soggetti che prima lavoravano volontariamente, mentre ora saranno chiamati a collaborare fattivamente – ha detto – chi ha le carte in regola per dare un contributo alla società allora sarà chiamato a farlo». E fra le novità del piano c’è anche il segretariato sociale, una struttura capace di ramificarsi e arrivare a individuare bisogni, prima che si trasformino in emergenze. Per fare questo l’assessorato ha già previsto il potenziamento della struttura con l’assunzione di cinque nuovi assistenti sociali. Con il nuovo sistema gli utenti in pratica riceveranno dal comune un voucher (buono) che potranno spendere nelle strutture accreditate dall’assessorato. Insomma il cittadino potrà scegliere nel privato-sociale, dove è facile immaginare si scatenerà la concorrenza per garantirsi il cosiddetto titolo sociale (accreditamento). Fra gli interventi dei gruppi consiliari di minoranza c’è stato quello di Mariella Pecchini dei Progressisti. «Visto che la legge dà al terzo settore un ruolo importante nella costruzione dei servizi ci chiediamo come verrà accreditato, come avverrà il controllo e il coordinamento da parte dell’ente locale sul terzo settore accreditato e sui servizi in generale, nel piano non si trova nulla di tutto ciò». E ancora critiche sono state avanzate sull’assenza della mappatura dell’esistente che ha permesso di definire cifre e mezzi e da impiegare. Così nell’approvazione del piano è stato accolto il suggerimento della minoranza che invita Mazzuccheli a presentare entro il 31 gennaio una mappatura del territorio e di affidare alla commissione servizi sociali il compito di discutere i criteri di accreditamento e gli indirizzi delle azioni di settore.
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