«Sono amareggiato. Ho lasciato indicazioni per risolvere i problemi»
Varese - Carlo Lucchina, ex direttore generale dell'ospedale di Circolo, respinge le accuse mosse dalla pagine del nostro giornale
Scherzetti di fine mandato? Carlo Lucchina, ex direttore generale dell’ospedale di Circolo, attualmente indaffaratissimo dirigente della sanità in Regione, non ci sta alle critiche mosse attraverso il nostro giornale sulle ultimissime ore di attività in viale Borri.
«Ci sono rimasto male. Mi sento accusare per questioni che mi sono costate tanto impegno e tanta fatica».
Dopo la partenza per Milano, alcune delibere prese allo scadere avevano sollevato qualche malumore. In particolare, dubbi erano stati avanzati circa la reale possibilità di effettuare il trasloco di audiovestibologia nella palazzina del 118 e di aprire un reparto di chirurgia spinale a Cittiglio. L’articolo citava le difficoltà oggettive a garantire continuità ad un reparto destinato ad essere spostato in uno spazio totalmente vuoto senza porte divisorie in assenza di indicazione precisa dei fondi necessari a sostenere le elevate spese : «Chi nutre dubbi – afferma amareggiato Lucchina – ignora la fatica che mi è costato lo sgombero di quel locale, utilizzato come deposito. Ci sono voluti oltre un anno e mezzo per completare l’opera e, quando tutto è stato pronto, io ho dato disposizioni e indicato risorse per attuare quel trasferimento. Chiaramente la questione è ora nelle mani del nuovo direttore generale che ne deve disporre come meglio crede».
Più complessa la situazione per il nuovo reparto di Cittiglio: «Io non ho mai fatto credere che i giochi fossero fatti e le mie parole sono testimoniate dalla documentazione formale agli atti. Per quanto mi riguarda, è stato un processo decisionale ed organizzativo delicatissimo. Quando me ne sono andato ho lasciato una delibera di indirizzo. Quale sarà la sua applicazione non dipenderà più da me». Per rendere pienamente attuabile la delibera, si attende ancora il parere del primario di neurochirurgia varesino professor Tomei, a cui si toglierebbe un collaboratore, e del preside della facoltà universitaria di medicina Cherubino: un ostacolo di non lieve entità. Ma come si risolverà la questione non dipenderà più da Lucchina, semplice spettatore dall’alto del Pirellone.
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