Casa Don Guanella: business in nome dell’essenzialità
Seconda puntata della nostra indagine tra le dimore storiche convertite in centri congressuali-alberghieri
Testimone della sua memoria storica, la quadrata torre medievale è il punto focale dell’ampia corte anch’essa quadrata, ingentilita da una simmetria di aiuole. Sul suo lato interno un orologio segna le ore di diverse latitudini. La torre è il simbolo della villa ora denominata Casa Don Guanella. L’intero edificio, frutto di aggiunte stratificate, è a sua volta l’emblema di Barza, piccola frazione adagiata tra Cadrezzate e Ispra: da qui, nel verde, si sente già il profumo del lago Maggiore.
Una storia secolare, quella della villa: molti passaggi di proprietà, un momento aureo coinciso con l’arrivo del tenore Pietro Mongini. Celebre Radames nella trionfale Aida eseguita al Cairo nel 1871, vedette del bel canto italiano nella seconda metà dell’ottocento, inciampato in una morte precoce nel 1874. Sotto la sua proprietà, dal 1860, la tenuta, seguendo un’inclinazione diffusa, fu trasformata in una elegante dimora patrizia, dotata di un parco che ancora fa bella mostra di sé.
Dal 1934 la villa di Barza è di proprietà della Congregazione dei Servi della Carità, meglio noti come Sacerdoti Guanelliani, ispirati dalla figura di Luigi Guanella, sacerdote scomodo in vita ma riconosciuto beato da Paolo Vi nel 1965.
Grazie ai guanelliani, la villa ospita una casa di riposo per anziani, e una scuola di noviziato per giovani aspiranti preti e da circa un trentennio, un Centro di Spiritualità.
Un’introduzione un po’ lunga, per chiarire il contesto. Da qualche mese la Casa Don Guanella ha arricchito i suoi servizi di un centro congressi intitolato proprio al tenore Mongini, il suo più illustre proprietario.
Senza proclami e probabilmente al di fuori da ogni strategia relativa all’identità del territorio, i guanelliani hanno saputoripensare in modo nuovo il Centro.
L’esito dell’adeguamento funzionale sono le due nuove sale convegni per una capienza complessiva di 160 posti, (nella foto la maggiore, 110 posti), attrezzate di tutto punto e la possibilità di usufruire di altre salette minori e appartate. A completare l’offerta congressuale è a disposizione una struttura interna di ricezione dotata di 26 camere singole e 26 doppie, per un totale di una ottantina di posti letto, una sala ristorante, a buffet o al tavolo. Quanto di più lontano dallo sfarzo esibito e dall’apparato chic di altre locations congressuali.
Un luogo ideale per il lavoro e la concentrazione.
Un periodo di attività troppo breve per stabilire medie normative di flussi. In questi mesi d’avvio, si sono svolti appuntamenti a cadenza regolare; un qualche migliaio il numero complessivo dei partecipanti. Troppo presto, appunto, per appurare cifre sull’indotto. Basti però dire che è già alle viste l’organizzazione di un convegno di una azienda top, per il quale è già messo in conto un travaso di richieste ricettive in altre strutture di lusso nelle immediate vicinanze.
Casa don Guanella è come ovvio al servizio di tutte le attività dell’ordine; oggi la villa di Barza ha aperto tuttavia le proprie porte anche ad appuntamenti di valenza meno confessionale: convegni farmaceutici, corsi di consulenza aziendale, dibattiti culturali, concorsi canori – la villa è tuttora sede dell’Associazione Pietro Mongini – e da poco anche a cerimonie private, matrimoni, battesimi, cene aziendali.
Cinque mesi, si diceva, sono giusto il tempo per promuoversi, prima ancora che per girare a pieno regime: il centro congressi si sta accreditando sulle principali riviste di dimore storiche e sugli annuari dei convegni.
Una ficcante comunicazione mirata alle società di relazione pubbliche alle grandi società, alle associazioni e agli ordini professionali, una presenza significativa in una fiera di settore e un coupon distribuito con il giornale Avvenire.
Quali i vantaggi di Casa don Guanella? La logistica la pone a venti minuti
da Malpensa, collegata via treno a Domodossola, Novara, Milano. I costi sono concorrenziali, grazie alla scelta della semplicità rinunciando alla pompa delle cinque stelle a tutti i costi.
Un ambiente naturale, un parco con piante secolari censite, che si presta anche e sopratutto alla meditazione.
Un altro caso, a ben vedere, di sintesi quasi perfetta tra condizioni naturali e una felice gestione manageriale.
(2.continua)
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