Testori legge i capolavori di Varese: una mostra presenta gli studi del critico

All'interno delle celebrazioni svolte in tutta Italia in ricordo dello studioso, Varese inaugura una inedita mostra presso la Sala Veratti

Dopo un anno intense di celebrazioni che hanno ricordato in tutta Italia la figura di Giovanni Testori: artista, intellettuale ed attento critico d’arte, anche Varese inaugura sabato 4 ottobre la mostra "Testori a Varese. Da Cerano a Guttuso". 
Con un taglio attento al legame di Testori con la nostra città, l’esposizione approfondirà cinque opere pittoriche fortemente legate all’opera critica testoriana. 

Considerato tra i più attenti studiosi della pittura del Seicento lombardo, fu proprio Testori a "scoprire" e rivalutare l ‘opera artista di Francesco Cairo, organizzando a Varese, nel 1983, la prima grande mostra. 
Oltre a un legame affettivo che lo legava a Varese per motivi famigliari, frequentò il borgo di Velate durante il soggiorno di Guttuso e in Varesotto per gli studi su Morazzone e Cerano.

Di Varese amava i tramonti e la gente come lui stesso spiegava: «I rapporti con Varese sono di grande partecipazione. A parte, e non a parte, che ho una sorella che vive a Varese, con i nipoti, e quindi sono anche ragioni di vita. Ma ancora prima che questo si verificasse, è una cultura, quella del circondario varesino, talmente legata a Milano, è una propaggine tra la cultura milanese e quella ticinese. E poi mi piace moltissimo, devo dire, questa capacità di ordine dentro il rigurgito della vita moderna che Varese e il Varesotto sono riusciti a tenere nei confronti di altre zone, per esempio la Brianza, che si è lasciata travolgere dal meccanismo del consumismo. In Varese c’è questo senso civile, civico, umano anche, di rispetto.
Questo me l’ha sempre fatta amare, Varese e le zone circonvicine. E poi è uno dei posti del mondo dove ci sono i più bei tramonti che abbia mai visto. Non c’è volta che attraversi la zona del Varesotto, verso il lago, che io non venga colpito, lacerato da quelle incredibili sere. Inoltre a Varese esistono quadri come la Messa di S. Vittore del Cerano, la Maddalena del Morazzone, che sono stati capisaldi per i miei studi di storia dell’arte».

Le opere in mostra:

La testa del Battista di Francesco Cairo e Renato Guttuso

Uno dei pittori del Seicento che Testori amò di più è stato Francesco Cairo. A lui dedicò il suo primo saggio di critica d’arte antica e, dopo anni di tentativi, nel 1983, riuscì a dedicargli una mostra a Varese:
«Ho curato la mostra del Cairo perché, dopo quella del Morazzone cui avevo partecipato, anche se il più l’aveva fatto la Gregori, mi sembrava indispensabile che Varese rendesse un tributo a questo grande pittore per più ragioni legato alla città. È stata la rivelazione di uno dei più grandi pittori del ‘600 italiano, di cui prima si conosceva a malapena la fase iniziale, mentre la mostra di Varese ha dato modo di leggerlo in tutto il suo svolgimento».

A testimonianza di questa memorabile mostra si esporrà la celebre Testa di San Giovanni Battista, che era stata presentata per la prima volta alla mostra varesina e che per molti anni era appartenuta allo scrittore. La tela verrà esposta accanto al d’après che Guttuso ne trasse in occasione della sua mostra dell’84, e che dedicò a Testori.


La Messa di San Gregorio di Cerano
Testori è considerato uno dei più importanti studiosi della pittura del Seicento lombardo. Sua la celebre definizione di “Pestanti”, pittori della peste. Di questi pittori il capostipite fu Giovan Battista Crespi detto il Cerano e la sua Messa di San Gregorio può essere considerato il capolavoro-manifesto di questo drammatico periodo storico-artistico. La mostra ospiterà la tela di Cerano conservata nella Chiesa di San Vittore presentandone il restauro realizzato per l’occasione dal Comune di Varese.

 


Balcone a Velate di Renato Guttuso

La parete opposta a quella del Cerano proporrà un grande e suggestivo salto temporale, esponendo uno dei grandi “teleri” di Renato Guttuso: Balcone a Velate un quadro molto amato da Testori, che raffigura un autoritratto dell’artista sul balcone del suo studio, di fronte ad uno struggente tramonto sul Monte Rosa. Con Guttuso Testori ebbe un rapporto fortemente dialettico, ma di grande amicizia e stima reciproca fin dagli anni Quaranta. Il critico vedeva in lui una sorta di lombardo d’adozione che traeva grande giovamento, nella sua pittura, dal soggiorno a Velate e dal legame con il varesotto:
«E’ ben vero che, a Velate, Guttuso ha trovato anche la necessaria calma, la necessaria tranquillità, la necessaria concentrazione, e, chissà, la necessaria luce, per progettare, studiare, sezionare, triturare e, poi, ricomporre in unità vincente e calmante, alcuni dei grandi “teleri” che fan da pilastri alla sua carriera».
Nel 1984, quasi a suggellare questo rapporto, Testori volle organizzare per lui una mostra a Varese incentrata sui tramonti varesini che tanto amava e che Guttuso immortalò spesso nei suoi dipinti


Il Sant’Antonio da Padova di Morazzone

Completerà l’esposizione il Sant’Antonio col Bambino di Morazzone proveniente dalla Chiesa di San Michele di Visino, a Valbrona (CO). La scelta della tela di Visino è dettata dal recente ritrovamento di una lettera dello scrittore che restituiva il dipinto al suo autore.
Una delle moltissime “restituzioni” testoriane che per la data in cui è stata fatta, 1950, testimonia la sua attività di perlustrazione del territorio lombardo alla base di importanti scoperte che sarebbero confluite nella fondamentale Mostra dei Manieristi piemontesi e lombardi del Seicento

LA MOSTRA
TESTORI A VARESE. Da Cerano a Guttuso
Varese – Sala Veratti
Dal 4 ottobre al 2 novembre
Inaugurazione sabato 4 ottobre ore 18.00
Orari: dal martedì al sabato 10.30-12.30/14.30-18.30. 
Domenica 10.30-18.30. Lunedì Chiuso
Ingresso: Euro 2,00/1,00
Informazioni: 0332.220256

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Pubblicato il 03 Ottobre 2003
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