Varese ancora in piazza per la Palestina: “Rompiamo il silenzio contro il genocidio”
Il Comitato varesino per la Palestina rilancia le manifestazioni domenicali in centro città: pentole, bandiere e cinque azioni quotidiane per non restare indifferenti

Nei giorni in cui il governo israeliano guidato da Netanyahu annuncia l’attacco per la conquista di Gaza City, richiamando 60mila riservisti per l’operazione, continuano le proteste a tutti i livelli. La Ue ha definito “illegali” i nuovi insediamenti in Cisgiordania, stessa condanna arriva anche dal Regno Unito e si moltiplicano sui territori le iniziative di solidarietà al popolo palestinese.
Il Comitato varesino per la Palestina, associazione attiva dal 2003, ha deciso di riproporre ogni domenica sera l’iniziativa “Rompiamo il silenzio contro il genocidio in Palestina”. Il prossimo appuntamento è dunque per domenica 24 agosto a Varese in Piazza Monte Grappa dalle 21 alle 22 e 30, mentre la battitura pentole verrà fatta dalle 22 alle 22 e 15.
L’ultima manifestazione (foto sopra), che si è tenuta domenica 17 agosto, ha visto una partecipazione importante. «Eravamo in tanti e la commozione era evidente. Molte persone erano commosse, in lacrime, persone che avevano voglia e bisogno di sfogarsi facendo rumore, con pentole, fischietti e altri strumenti. I cittadini presenti erano di età e provenienze varie, c’erano famiglie intere con bambini e nonni al seguito» fanno sapere i vertici del comitato.
Alla manifestazione hanno aderito quattordici associazioni tra cui: Sanità di frontiera, Rete senza frontiera, Un’altra storia Varese, Nazione umana, Le donne in nero, Fridays for future, Femva, Giovani musulmani varesini, Rete antifascista della prov. di Varese, Associazione Sharazade cssf, Musica contro il silenzio, Il viandante, Gruppo presidio di Gallarate.
Prima e dopo l’evento, il Comitato ha annunciato a tutti i partecipanti cinque azioni da fare ogni giorno da casa propria a sostegno del popolo palestinese: «Educare la cerchia ristretta di persone, condividere fatti con famiglia e amici, non discussioni ma informazioni, le persone intorno a te si fidano di te; controllare i tuoi soldi, ogni acquisto è un voto, quindi smettere di dare i soldi ad aziende che finanziano oppressione e informare gli amici sulle motivazioni del cambiamento. L’applicazione “NoThanks” disponibile per tutti i telefoni cellulari aiuta con la spesa consapevole. La scelta della banca e della fonte energetica hanno anch’esse un impatto; usare le piattaforme personali, qualunque sia il numero di followers, perché una comunicazione può provocarne un’altra; creare abitudini non momenti saltuari, l’impatto vero non sono le proteste di un giorno ma ciò che fai tutte le settimane, dove si compra, cosa si condivide, cosa non si sostiene; donare, le donazioni salvano vite, ricercare bene quelle associazioni con una reputazione sicura e presenza sul territorio dove l’aiuto è richiesto. Il Comitato varesino per la Palestina ha fatto questa ricerca e ha avviato una raccolta fondi già attiva: gofund.me/70cc6bb2.
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Grazie per questo articolo. Di fronte ad un male immenso, incomprensibile ed inaccettabile, il solo poterne parlare (finalmente!) è un piccolo segno di speranza. Ora speriamo che la raccolta fondi dia buoni risultati per sostenere i nostri fratelli palestinesi.