«Non è più come prima». Il coma spiegato a 400 ragazzi

Infermieri, dottori e testimoni diretti raccontano il difficile percorso che segue il coma nel convegno organizzato da Progetto98

«Indossare il casco riduce gli effetti dei traumi cranici». Quante volte se lo sentono dire i ragazzini di usare questa protezione quando vanno in moto? Tantissime  volte e non è mai abbastanza. Questa mattina lo ha ripetuto Alessandro Ferrara, il presidente del Motoclub 100hp Ducati di Varese ad una platea di giovani studenti che riempivano il teatro delle Arti di Gallarate, dove si è svolto il convegno sugli effetti dei traumi e del coma, organizzato dalla cooperativa Progetto 98. 
Erano in quattrocento delle scuole medie superiori e inferiori di Gallarate e Busto Arsizio. A tratti chiassosi , a tratti commossi e altri attentissimi, hanno seguito il lungo incontro organizzato dalla cooperativa che si occupa di educazione all’autonomia di quelle persone che hanno subito forti traumi e intraprendono un lungo e faticoso percorso di recupero dopo il risveglio dal coma.
Si tratta di una prima esperienza che gli organizzatori hanno realizzato grazie al finanziamento della comunità europea e con l’obiettivo di sensibilizzare i più giovani ad una corretta condotta in auto oppure in moto. «Perché anche nelle migliori situazioni di recupero non si torna più come prima » ha detto Marco Forcellini, medico dell’ospedale sant’Antonio Abate di Gallarate presente fra i relatori. 
Fra gli interventi di medici e infermieri, quelli che hanno raccolto la massima attenzione degli studenti sono state le videointerviste ai ragazzi che frequentano la cooperativa Progetto98 e le testimonianze dirette dei familiari. 
Così dietro l’obiettivo di una telecamera Claudio, Roberto e molti altri hanno raccontato la loro esperienza. Lo stesso hanno fatto i familiari che hanno parlati di punti di riferimento che vengono a mancare e di vite che ad un certo punto cominciano a ruotare attorno ad unica persona. «È un viaggio nel dolore, ma anche nella gioia dei piccoli cambiamenti» ha raccontato la sorella di Cesare, ventottenne ridotto su una sedie a rotelle dopo un grave incidente in moto. 
A moderare il convegno c’era invece Fulvio De Nigris, il padre di Luca per il quale nel 1997 nacque un comitato per sostenere le spese mediche per il suo recupero in una clinica altamente specializzata di Innsbruck. Oggi il comitato "Amici di Luca" continua ad esistere e fra i suoi testimonial c’è Alessandro Bergonzoni. Esso a Bologna ha dato vita al progetto della Casa dei risvegli, una struttura altamente specializzata per i giovani in coma. 

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Novembre 2003
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