La Provincia: “Fate lavorare i rifugiati”
Varese – Appello dell'assessorato alle Politiche Sociali, 400 persone a rischio ogni anno
Un anno e mezzo per ottenere lo status di rifugiato. Un anno e mezzo senza poter lavorare. Umiliante e rischiosa, la situazione a cui sono esposti gli asilanti; 400, ogni anno, in provincia di Varese. Per questo, l’assessorato provinciale alle politiche sociali, chiede di individuare al più presto gli strumenti normativi che consentano ai richiedenti l’asilo l’ingresso nel mondo del lavoro.
La legge Bossi-Fini prevede, per ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato un tempo massimo di trenta giorni, ma oggi in realtà i tempi sono molto più lunghi. Il progetto del governo è quello di creare commissioni decentrate per evitare che le pratiche si ingolfino a Roma. Un’idea che non dispiace in linea di principio al Cir, Comitato italiano rifugiati, la onlus affiliata all’Onu che si occupa dei richiedenti asilo, ma lo stesso Cir critica per la mancanza della possibilità di un ricorso equo in caso di errore.
Riforma a parte, alcuni aspetti dell’attuale trattamento giuridico degli asilanti hanno pesanti ricadute sul nostro territorio. Il Governo eroga 15,56 euro al giorno per 45 giorni. E poi? “E’ evidente che questa situazione espone le persone a forti rischi di caduta in comportamenti e situazioni illegali – dice la vicepresidente della Commissione provinciale per i servizi sociali Anna Martelossi – con effetti negativi anche sul piano della sicurezza”. E l’intervento prodotto dalle associazioni di volontariato è una goccia nel mare dei bisogni. Quella dei rifugiati è, infatti, una vera e propria emergenza e coinvolge l’intera provincia. Da Villa Recalcati parte un appello per fare fronte comune. Alcune amministrazioni comunali hanno già aderito da tempo a progetti per la creazione di alloggi per gli asilanti. Altre, come ad esempio il comune di Gallarate solo tre giorni fa, negano che vi sia un problema rifugiati sul territorio.
La Provincia di Varese si è attivata da tempo con la costituzione di uno specifico tavolo di lavoro e con un incontro con i parlamentari del territorio ai quali sono stati sottoposti i problemi dei rifugiati e per poter trovare soluzioni riguardanti l’accesso al lavoro per un autonomo sostentamento. Un obiettivo che anche le associazioni di categoria e sindacali hanno sostenuto, dimostrandosi interessate all’inserimento lavorativo dei richiedenti l’asilo ma in un quadro di legalità, regolarità e garanzie adeguate.
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