Il tema della sussidiarietà apre la Festa delle Opere

Pubblico numeroso ed attento per un tema che sembra riunire trasversalmente i poli

L’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà nacque un anno fa durante una cena "bipartisan" nella capitale, da un’idea del presidente della CdO Raffaello Vignali, e ha già tenuto quattro riunioni i cui atti vengono regolarmente pubblicati. Vignali stesso, il deputato di Forza Italia Maurizio Lupi e l’europarlamentare di Forza Italia Mario Mauro erano i relatori del dibattito di apertura della Festa delle Opere a Malpensafiere, seguito al pomeriggio detto "CdO Matching" in cui circa 200 aziende si sono incontrate nel più genuino spirito fieristico. Al dibattito avrebbe dovuto presenziare anche l’ex ministro Bersani ma una riunione del direttivo DS l’ha trattenuto a Roma.
«Il problema che ci siamo posti era quello di rifondare un rapporto più giusto tra persona, società e Stato» ha ricordato Vignali. «Oggi all’Intergruppo per la Sussidiarietà sono iscritti oltre 260 parlamentari di ogni partito, esclusa Rifondazione Comunista: è una vera Bicamerale della solidarietà. Al di là di ogni spirito di fazione l’Intergruppo è la prova che si può dialogare in un clima ben diverso da quello di scontro friontale del Parlamento. Da qualche anno come CdO, specie grazie a Vittadini, abbiamo introdotto il tema della sussidiarietà in un mondo che vediamo diviso in due pericolose tendenze ideologiche: un nichilismo che riconosce esclusivamente il tornaconto come movente dell’agire umano, e un manicheismo fanatico che divide il mondo in buoni (noi) e cattivi (gli altri). Sussidiarietà vuol dire che la persona viene prima della società, e la società prima dello Stato. Fare impresa è positivo, non è rubare soldi agli operai; certo però che se la passione del fare che anima l’impresa viene meno si hanno i casi Parmalat. Solo la passione per gli altri dà solide fondamenta alla sussidiarietà. I singoli chiedono oggi uno Stato che non si ponga come fonte di ogni diritto ma che li riconosca, e che non si arroghi i compiti propri della società. Se le Camere di Commercio sono lì solo per tenere i registri, allora che chiudano. Non bisogna mortificare l’iniziativa dei singoli. Concludo ribadendo che per noi la democrazia non è un gioco noioso». 
Appassionato l’intervento di Maurizio Lupi: «Il bipolarismo ha allontanato gli opposti schieramenti: dal 2001 il clima in Parlamento non ha fatto che peggiorare. La sussidiarietà ci ricorda qual’è il motivo principe del nostro agire: la persona. Nell’intergruppo, pur conservando tutti le proprie individualità e idee, ci sono una cooperazione e una tolleranza insperate. Il dialogo è possibile solo se c’è una forte identità di ognuno». Più filosofico il discorso di Mario Mauro, con citazioni da Platone e Sant’Agostino: «Il valore dell’Intergruppo per la Sussidiarietà non sta tanto nella buona volontà bipartisan, ma nella libertà. Si dice che oggi non si dialoga causa l’ossessione antiberlusconiana dell’opposizione. Ricordo che di tutti i capi di governo dell’Italia repubblicana, il solo Spadolini non ha avuto guai giudiziari. In Europa destra e socialisti si sono accordati per Durao Barroso come successore di Prodi e Javier Solana come ministro degli Esteri UE; a Strasburgo si vota spesso in modo bipartisan, e senza vergogna. Tuttavia l’Europa nega i simboli religiosi perchè presuppone una neutralità dello Stato che può risultare in una forma di nichilismo».

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Pubblicato il 02 Luglio 2004
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