Il giovane Piero Chiara, pittore e poeta

Inaugurata alla Sala Veratti una mostra che permette di scoprire una fase poco nota del celeberrimo scrittore. L'esposizione sarà visitabile sino al 26 settembre

Non c’è solo il romanziere che tutti conosciamo, quello de Il piatto piange e di La stanza del vescovo: c’è un Piero Chiara sconosciuto, un intellettuale poliedrico, regista di operazioni culturali e iniziative editoriali, instancabile coordinatore di "libri d’artista" in collaborazione con pittori, tipografi, stampatori e illustratori della seconda metà del ’900, da Giuseppe Viviani a Mario Tozzi, da Carlo Rapp a Renato Guttuso e, ancora, Vittorio Tavernari, Antonio Bueno, Sandra Tenconi, Floriano Bodini e Guido Crepax.

E’ il ritratto che esce dalla mostra "Piero Chiara e il libro d’artista", inaugurata l’11 settembre alla Sala Veratti (resterà aperta fino al 26 settembre, visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30, tranne il lunedi), organizzata dal Comune di Varese nell’ambito delle iniziative del Premio Chiara.

La rassegna, allestita da Serena Contini, consulente dell’assessorato alla cultura di Palazzo Estense, documenta aspetti originali dello scrittore: il suo grande amore per il libro d’arte e la capacità di curare edizioni di pregio in ogni dettaglio, dagli incontri preparatori al progetto grafico, dalla scelta della carta a quella dei caratteri, dalla grammatura alle tavole. Sono opere dedicate ai più disparati argomenti (il Decameron di Boccaccio, i battelli del lago Maggiore, gli amori di D’Annunzio o la vita a fumetti di Giacomo Casanova), tirate in poche copie numerate, mille al massimo, con incisioni originali. Libri, tra l’altro, che oggi valgono migliaia di euro sul mercato antiquario.

Nella mostra c’è anche un piccolo scoop: un quadretto che raffigura un imbarcadero lacustre che Chiara dipinse a 16 anni per l’amico coetaneo ed ex compagno di scuola Pierluigi Zariatti, che partiva emigrante per l’Argentina (dove sarebbe morto, di lì a pochi mesi, di meningite fulminante). In quella occasione il futuro autore de Il cappotto di astrakan s’improvvisò anche poeta: "T’accompagni sull’onde di Atlante e nell’ospite terra d’America, dell’amico il ricordo costante". La dedica è datata Luino, 4 marzo 1929.

Al 1968 risale invece il bozzetto per un libro sul Piccio, Giovanni Carnovali, gloria di Montegrino. «La mostra – spiega la curatrice, Serena Contini – nasce dall’esame di centinaia di documenti e di lettere del Fondo Chiara, acquisito dal Comune nel 1996 e custodito nella Biblioteca Civica. Documenta tra l’altro l’amicizia e la costante collaboraziore dell’artista luinese con eminenti personaggi della cultura del suo tempo, a cominciare dagli editori Arnoldo Mondadori, Vanni Scheiwiller e Franco Maria Ricci».

«La realizzazione della mostra – aggiunge l’assessore alla cultura Francesco Musajo Somma – è stata resa possibile dalla collaborazione di alcuni collezionisti appassionati dell’opera di Chiara, in particolare Carlo Cattaneo di Gavirate e Piera Tavernari, vedova del pittore Vittorio Tavernari. Il Comune ha messo i documenti, i ritratti e ha realizzato il bel catalogo con la presentazione di Federico Roncoroni". Infine un annuncio: "Nel 2006 Palazzo Estense conta di organizzare un convegno dedicato a Piero Chiara, in base ai documenti conservati alla Biblioteca Civica. Che saranno poi messi a disposizione degli studiosi»

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Pubblicato il 14 Settembre 2004
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