Vicenda Azimonti, soluzione in vista
Tolta l'occupazione fin da martedì scorso, gli ex dipendenti beneficiano ora della procedura di mobilità; positivo l'accordo sulla mobilità raggiunto con il curatore fallimentare
Si avvia ad un finale tutto sommato positivo la brutta vicenda della Azimonti di Olgiate Olona, l’azienda tessile che lo scorso 8 febbraio aveva di colpo lasciato a casa i suoi 35 dipendenti.
È stato infatti firmato, nella giornata di mercoledì 23 febbraio, l’accordo tra la rappresentanza sindacale e il curatore fallimentare dottor Pier Franco Falletti per la concessione della procedura di mobilità agli ex dipendenti Azimonti. Ora i lavoratori potranno cercarsi una nuova occupazione, sapendo di poter contare per qualche tempo su un reddito magro ma sicuro derivante proprio dal contratto di mobilità. «Quattro o cinque lavoratori dell’azienda potranno utilizzare la mobilità come "ponte" verso il pensionamento, per gli altri la prospettiva non facile di cercare lavoro in un contesto di crisi profonda, specialmente nel tessile» osserva Ernesto Raffaele della Filtea-Cgil.
L’accordo è stato raggiunto in tempi rapidissimi; già martedì 22 il curatore fallimentare, appena nominato, era giunto in azienda per conferire con i lavoratori e i rappresentanti sindacali. Una volta chiarita la situazione, l’occupazione della fabbrica, mirata ad inventariare e salvaguardare macchinari e merci (anche di fornitoi e clienti), non era più necessaria ed è stata tolta; solo quattro ex-dipendenti rimarranno con funzioni di controllo e amministrazione ancora per qualche settimana, infatti vi sono alcune consegne da effettuare e gli ultimi pagamenti da ricevere.
Il curatore fallimentare Falletti si è sbilanciato in promesse nons emplici da mantenere, sostenendo che prima del 17 maggio, data dell’udienza in cui il tribuanle dovrà proncuunciarsi sul fallimento della Azimonti, i lavoratori si vedranno riconoscere il pagamento anche del Tfr (liquidazione) e degli stipendi arretrati di gennaio e febbraio 2005. «Ho grossi dubbi che il curatore possa racimolare certe somme, sarà difficile che si riesca ad avere tutto questo così rapidamente» commenta cauto Raffaele. Il debito attuale dell’azienda verso i lavoratori ammonta infatto a 560.000 euro solo per quanto attiene ai Tfr, per tacere dei 134.000 euro dovuti per il mancato preavviso della cessazione dell’attività.
Se gli aspetti "tecnici" e sindacali della vicenda sono andati a buon fine con esemplare rapidità, restano i problemi "politici" posti dal caso Azimonti. «Chiederemo alla proprietà i danni morali e materiali» assicura Michele Palazzo, rappresentante dei lavoratori. «Non solo, ma chiederemo al giudice che ci lasci in autogestione una parte della fabbrica; la nostra idea di arrivare eventualmente a fondare una cooperativa non l’abbiamo certo messa da parte». E sulla devastante crisi che attanaglia il settore tessile, Palazzo chiede un intervento degli enti territoriali: «I singoli Comuni troppo spesso sono impotenti, ma le Province possono e devono intervenire in modo concertato con forti iniziative contro ild elclino industriale. È un appello che rivolgiamo non solo a Varese, ma anche a Como e Milano».
Infine, i ringraziamenti. Raffaele ringrazia «soprattutto i lavoratori per il senso di responsabilità mostrato, i sacrifici sostenuti, la fiducia data alla Filtea-Cgil e a me personalmente, ma anche la stampa per la sua puntualità nel raccontare questa vicenda»; Palazzo aggiunge alla lista di ringraziamenti anche i Sindaci dei Comuni del territorio, dalla Valle Olona fino a Samarate e Cardano al Campo, ma anche il Presidente della Provincia, per la disponibilità e la solidarietà mostrate, e le forze dell’ordine per la collaborazione.
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