Con Solanti il centrosinistra è compatto

Rispedite al mittente le polemiche sull'eccessivo sbilanciamento a sinistra del candidato sindaco: «Non sono mai stato un estremista, la mia storia lo dimostra»

«Sono un po’ preoccupato, sta andando tutto talmente bene che ho paura di svegliarmi il 5 aprile e capire che è tutto uno scherzo». Così, un po’ scherzando e un po’ parlando sul serio si è presentato Vittorio Solanti, candidato sindaco del centrosinistra di Samarate. La conferenza stampa indetta questa mattina, venerdì 4 marzo, segue vari incontri e appuntamenti che hanno visto una grande  partecipazione di pubblico. «Sono tranquillo – ha detto Solanti -, ho una mia storia e idee mie. Fossi in Venco non starei così tranquillo di vincere al primo turno. Secondo me andremo al ballottaggio io e l’attuale sindaco. Lasciamo la porta aperta alle liste civiche: se vorranno aprire un confronto, lo potremo fare partendo dai valori e dai progetti presenti nel nostro programma. Sulle accuse che mi bollano come troppo estremista per vincere, dico solo che sono un commerciante, figlio di commercianti e marito di commerciante. Sono stato iscritto al Pci dal 1973 al 1989, nel partito facevo parte della corrente di Berlinguer, tutt’altro che un estremista. Oggi lavoro per l’unità del centrosinistra, sono convinto che sia l’unica strada per vincere».

 

«La coalizione è compatta – spiega Solanti -, vi partecipano Margherita, Sdi, Ds, Italia dei valori, Prc e Comunisti Italiani. C’è una forte unità e una condivisione di valori che non si vedeva da tempo. Abbiamo un programma basato su principi solidi, fatto di idee e progetti concreti, che guarda ai cittadini e al territorio. Il nostro slogan, “C’è una Samarate migliore”, non è arrogante o supponente, ma è un pensiero che si ritrova nei detti cittadini. A Samarate si può fare del bene, ma in questi dieci anni, con il governo leghista prima e con Venco poi, non si è tenuto conto dei valori della cittadinanza. La città è ricca, ci sono circa 1200 aziende, ma c’è una sacca di povertà ampia, fatta di anziani che devono vivere con meno di 500 euro al mese, costretti a scegliere tra l’acquisto di una medicina e la spesa al supermercato. La città è stata privata di identità, è chiusa, con un sindaco assente e assessori che non sono di Samarate e non conoscono le esigenze dei cittadini samaratesi. Non siamo d’accordo con una maniera di fare politica che fa cadere dall’alto decisioni importanti come la Pedemontana e le varianti di Prg, senza consultare la popolazione».

 

Il programma di Solanti si basa su quattro punti chiave: l’etica e la moralità da riscoprire, con la collaborazione con le varie associazioni sparse sul territorio, la solidarietà nei confronti di chi ha meno possibilità, l’ambiente e la salvaguardia del territorio e Malpensa «un colosso con cui fare i conti e cercare una modo per conviverci». Solanti ha chiesto e ottenuto dai partiti che hanno aderito alla coalizione di centrosinistra di avere mano libera per quanto riguarda la scelta degli assessori in caso di vittoria elettorale: «La fiducia che mi hanno dato mi lusinga ed è il segno della differenza tra noi e gli altri, legati ad un modo di fare politica vecchio, fatto di accordi di potere e scambio di poltrone. Ho anche chiesto e ottenuto che nelle liste ci fosse un alto grado di qualificazione: giovani (età media 42-43 anni), professionisti, donne (13 su 60, circa il 22 per cento del totale), imprenditori. C’è tutta la società civile samaratese, sono rappresentate le quattro frazioni del nostro Comune».

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Pubblicato il 04 Marzo 2005
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