Lavoratrici ausiliarie, fine del calvario

Rescisso il contratto con le tre ditte vincitrici del bando di gara. Il Comune indice una nuova gara e intanto interviene l'Aspem

Dopo mesi di vicissitudini, vissuti tra speranze e promesse disattese, finalmente arriva la svolta (forse) decisiva per le lavoratrici ausiliarie del Comune. Ieri sera è stato infatti resciso il contratto con le ditte San Gerlando, Happy project e Diamante, che componevano la cooperativa "Ati", vincitrice del bando di gara tanto contestato dai sindacati, per “gravi inadempienze contrattuali del capitolato”.

Questo risultato è arrivato dopo due giorni di occupazione degli uffici comunali da parte delle lavoratrici, guidate da Cobas e Cgil. Ieri sera, mentre nel salone si svolgeva il Consiglio comunale, ai piani alti di Palazzo Estense andava in scena la trattativa che avrebbe portato alla rescissione contrattuale.

La motivazione forte che ha convinto i dirigenti del Comune a rescindere il contratto è stata la mancata applicazione della norma HCCP, un corso di formazione obbligatorio per chi opera nel settore igienico-alimentare che in Lombardia sostituisce il vecchio libretto sanitario. Espressamente richiesta nel bando di gara, la sua applicazione non è mai stata dimostrata dalle tre aziende beneficiarie del servizio, che, secondo quanto sostenuto, non avrebbero fornito attestati o documenti ma solamente una semplice autocertificazione. Di fronte all’eventualità di un controllo e di una possibile denuncia, la San Gerlando e l’Happy project hanno fatto quindi un passo indietro. Incerto invece il futuro della ditta Diamante, che invece nella trattativa ha puntato i piedi fino all’ultimo. Vorrebbe conservare ancora almeno un piccolo ruolo nei servizi di pulizia, ma con l’annullamento del bando la cosa non sarebbe possibile.

Intanto, in attesa che venga formulato un nuovo bando di gara, le lavoratrici dovrebbero momentaneamente trovare lavoro presso l’Aspem. Già domani ci sarà un incontro tra l’amministrazione comunale ed i sindacati per verificare questa possibilità.

Le reazioni politiche alla svolta di ieri sera sono state tutte di segno positivo, seppur con toni ed accenti diversi. Cesare Montalbetti della Margherita ha attaccato la Giunta: «Nel bando mancavano le garanzie necessarie a tutelare i salari e la dignità delle lavoratrici, vi erano degli indirizzi politici ben precisi». Tuttavia, nella sua replica, il sindaco Fumagalli ha precisato: «Abbiamo annullato un bando che, come ho detto fin dal primo giorno, aveva un vizio di forma. Sono stati commessi degli errori e faremo un’indagine per trovare i responsabili, ma non c’è stata nessuna manovra politica».

Diversa la versione fornita da Angela Marra della Cgil, secondo cui è in atto un tentativo di isolare i sindacati: «Questa situazione si trascinava da mesi, solo in seguito alla mobilitazione da parte delle lavoratrici, culminata con l’occupazione del Comune, il Sindaco e la Giunta si sono mossi concretamente. I responsabili delle tre aziende – continua la Marra – non hanno mai voluto trattare con noi, hanno cercato in tutti i modi di delegittimare il sindacato, molte lavoratrici hanno anche subito minacce».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Marzo 2005
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