Samarate “l’Atene del Varesotto” riscopre l’amore per la politica

Sala Pozzi stracolma di gente per il confronto pubblico tra i candidati sindaco

Una Sala Pozzi stracolma, almeno 200 persone, per assistere al confronto dei candidati alle prossime elezioni comunali. Un dibattito politico pacato e civile nei toni a cui Samarate ha risposto alla grande. A moderare l’incontro Marco Giovannelli, direttore di Varesenews, al professor Giuseppe Giorgetti, invece, il compito di far due domande "cattive" ai candidati sindaco. Unico assente Roberto Brunazzo dell’Udc.

Tutti i candidati sono stati invitati da Giovannelli a presentarsi e a spiegare i punti salienti del proprio programma.

Ermanno Venco (sindaco uscente, Cdl):  In questi anni abbiamo ottenuto ottimi risultati abbiano cercato di arricchire il grande patrimonio comunale  di Samarate, crenado condizioni di sviluppo, lasciando ampi spazi di libertà a questa società.

Carlo Aspesi (Lista La città desiderata): Dopo un passato nei socialdemocratici con  vari incarichi istituzionali, come presidente della commissione servizi sociali, ho deciso di fondare e aderire ad una lista civica "La città desiderata" che si occupasse del territorio svincolata da logiche esterne e senza dipendere dalle segreterie provinciali dei partiti. Il nostro gruppo ha un programma che abbiamo raccolto in un libro di 138 pagine.

Antonella Cioffi (Lista Indipendenti per Samarate): Sono qui a chiedere il voto senza lamentarmi, ma impegnandomi a fare concretamente. Ci sono sette donne in lista e vogliamo essere partiche, come sanno esserlo le donne. Noi vogliamo dare delle risposte certe alla cittadinanza, soprattutto in tema di infrastrutture e servizi.

Antonella Lo Fiego (Lista Italia futura in Europa): Il nostro movimento è giovane. Noi abbiamo attenzione al sociale, alla salute pubblica, ma soprattutto vogliamo rappresentare tutti cittadini di Samarate, senza esclusioni, e sostenere tutte le associazioni.

Vittorio Solanti (Centrosinistra): Ho abbandonato la politica attiva nel 97, dopo 22 anni, ho ricoperto la carica di vicesindaco e assessore. Pensavo che quella parentesi fosse chiusa, nonostante fosse stata un’esperienza umanamente ricca, che mi ha dato molto sul piano morale ed etico. E forse è proprio per questo bel ricordo che mi ritrovo a rappresentare questo centrosinistra coeso, unito e compatto. La politica è una cosa nobile e alta perché si deve occupare della cosa pubblica. Noi abbiamo un progetto armonico, una alternativa credibile per dare una svolta a questa città. Ho chiesto mani libere dalle logiche dei partiti per amministrare questa città.

Tre domande di Giorgetti e Giovannelli e altrettante repliche su temi pregnanti sono state fornite dai candidati: le politiche sociali e giovanili, centri commerciali sì e centri commerciali no, l ‘identità della città e la responsabilità sociale d’impresa,  tema centrale in un territorio che conta un’azienda ogni 10 abitanti.

Cioffi: Noi prevediamo un sostegno concreto alle famiglie, non vogliamo erogare contributi a fondo perso. Sì agli gravi fiscali e agli incentivi, ma anche coinvolgimento delle persone nell’assistenza agli anziani. Oltre ai soldi esistono anche i rapporti umani. Bisogna incentivare la partecipazione dei giovani alla vita pubblica e per farlo bisogna dargli spazi adeguati dove socializzare. A Samarate si è sacrificata la sala convegni l’unica, per fare spazio agli uffici. L’identità della città rispetto al passato è appiattità, questa amministrazione non ha fatto promozione del territorio. La bassa scolarità è un problema ma noi sosteniamo  e crediamo nella scuola pubblica. Lo sviluppo delle aziende è un compito che un’amministrazione pubblica si deve porre, ma non puo’ essere affrontato solo con lo sportello unico come ha fatto l’attuale amministrazione.  Occorrono norme chiare e puntuali e bisogna iniziare dal catasto vecchio di 30 anni. Occorre una mappatura particolareggiata per dare risposte appropriate a imprenditori e cittadini. Rispetto all’ambiente occorre uno sviluppo rispettoso, noi proponiamo accordi con il parco del Ticino, parcheggi di interscambio per favorire il turismo ecologico, e far riscoprire alla gente il piacere di vivere nella natura. quanti sanno che dal nostro territorio si puo’ arrivare fino in piazza duomo in bicicletta in un percorso suggestivo e immerso nel verde? Siamo per la rivitalizzazione degli esercizi commerciali piccoli e a misura d’uomo e non per i centri commerciali.

Aspesi: Noi vogliamo dare attenzione alle fasce più deboli per costruire una società vivibile. Un sostegno  economico per il nascituro, alle giovani coppie, una collaborazione continua tra famiglie  e amministrazione puo’ portare ad uno sviluppo armonico della nostra città. Incentivare il consumo con buoni da spendere negli esercizi locali, puo’ creare un circuito virtuoso. Vogliamo creare un marchio dei prodotti locali e aiutare le imprese a farsi promozione e sostenere quelle iniziative culturali che creano socializzazione. Occorre puntare sulla formazione dei minori per favorire la loro  crescita, alzare la qualità della scuola e per questo prevediamo la costruzione di un campus dove svolgere le attività di scambio con studenti stranieri. Noi pensiamo anche ad una sala polivalente che contenga un centro e una scuola musicale. Le iniziative che pensiamo si rivolgono alla socialità: un festival dei giovani, una festa del libro e una fiera dei piccoli editori. Infine la costruzione di una locanda per i gemellaggi con  paesi stranieri e incrementare così il turismo economico. Pensiamo infine che lo sviluppo passi dall’innovazione e quindi dal cablaggio della città.

 

Venco: Il comune di Samarate è ricco e la metà del bilancio è destinato al welfare. Occorre però passare da un welfare state ad un welfare society. Ad esempio l’introduzione dei vaucher è stata positiva perché dà la possibilità al cittadino di scegliere il servizio che più risponde alle sue esigenze e in molti casi ha permesso alla gente di curare i propri anziani a casa. Abbiamo in corso un programma di formazione permanente perché oggi le conoscenze devono andare di pari passo con l’innovazione.  Per gli anziani è in programma la costruzione di 36 miniappartamenti per rispondere alle richieste abitative. Della scuola che dire, la bassa scolarità è una prerogativa italiana che è al 39 posto della classifica mondiale, questo è il risultato del monopolio statale della scuola. Penso che sia giusto che la famiglia possa scegliere dove mandare il proprio figlio a studiare. L’impresa va sostenuta e il profitto non va visto come  negli anni 70 nell’ottica di un conflitto tra capitale e lavoro e quindi ingiusto. Gli imprenditori devono essere aiutati e il comune deve dare risposte, quello che noi abbiamo fatto con lo sportello unico. Infine un buono sviluppo passa dalle infrastrutture ecco perché noi abbiamo deliberato il passaggio delle Pedemontana. Siamo favorevoli ai centri commerciali non oltre i 2500 metri quadri.

Lo Fiego:  Gli anziani vanno non solo aiutati ma reintrodotti nel tessuto sociale fecendoli sentore utili. Perché allora non impiegarli nella gestione del verde pubblico. e farli sentire persone utili e importanti. Ai giovani bisogna dare spazi e, stimolarli con mercatini domenicali e altre iniziative. L’identità di questa città oggi è andata persa. Un tempo le associazioni erano un punto di riferimento. Le società sportive erano integrate sul teritorio, si organizzavano feste dove la gente si incontrava e discuteva. Si dava alle persone la possibilità di  scegliere e la gente era molto attirata dalla vita sociale. Abbiamo partecipato a campionati di atletica nazionali e regionali, c’era una vitalità che l’amministrazione attuale non è stata capace di ricreare. Le imprese, soprattutto quelle nuove fanno fatica, soprattutto sul piano fiscale. Questo fa sì che la loro responsabilità nei confronti dei dipendenti sia minore rispetto al passato dove l’imprenditore prima pensava ai dipendenti e poi a se stesso. Penso che il problema deve essere affrontato a livello nazionale.

 

Solanti: Girando per i mercati scopri che ci sono persone che vivono con 450 euro al mese. Pensavo che Samarate che ha 1200 aziende e 6000 occupati fosse esente da queste situazioni, invece no. C’è gente dunque che o compra le medicine o mangia e sono persone che non chiedono, anzi, che non sono abituate a chiedere, perché hanno una dignità. Samarate ha un tessuto sociale molto ricco, ci sono associazioni di volontariato che hanno una grande forza vitale che  contribuisce ad elevare la nostra società, e che vanno messe in rete. La bassa scolarità è una prerogativa di questo territorio. Quando il mio primo figlio si iscrisse allo scientifico erano solo in due della sua classe a scegliere quella scuola. C’è un fenomeno legato all’estrazione sociale delle famiglie. Ma questo da solo non basta a spiegare quello che accade oggi. Fino a vent’anni fa Samare era considerata l’Atene del Varesotto per la sua vivacità culturale e per la sua attenzione a certi temi. Si respirava un bel clima di apertura e di cultura. Oggi la gente non si incontra più perché non ci sono più spazi progettati per questo scopo, qui non c’è un auditorium, non c’è un cinema non c’è un luogo dove fare teatro. Abbiamo delle bande musicali cittadine di ottimo livello. Basterebbe poco per far incontrare la gente e non lasciarla, inchiodata la tubo catodico. L’impresa e gli imprenditori ritengo che abbiano anche una funzione sociale. Purtroppo oggi in Italia non vedo un Adriano Olivetti. Sul rapporto tra uomo, impresa e sviluppo hanno scritto e parlato in tanti, da Jonas a La Pira, io però vorrei citare il Papa che in un suo discorso ha detto che solo la cultura della solidarietà porta sviluppo e non il capitalismo selvaggio e senza regole. I nostri padri hanno costruito il welfare state dalle macerie della seconda guerra mondiale, gli imprenditori  hanno dato vita ad una grande stagione economica, però purtroppo oggi si sono trasformati nella maggior parte dei casi in finanzieri. Agli imprenditori di Samarate bisogna dare risposte certe in tempi reali, in questo, lo sportello unico è naufragato.  Se mi darete il voto la prima cosa che faremo è annullare la delibera che permette alla Pedemontana di stravolgere il nostro territorio.

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Pubblicato il 30 Marzo 2005
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