Comunità Montana: «Il Monte san Martino non è pericoloso»

In un comunicato la spiegazione da parte dell'ente circa la situazione dei residuati bellici presenti sulle manotagne della Valcuvia

Riceviamo e pubblichiamo

Nei giorni scorsi, sui quotidiani locali, sono apparsi degli articoli nei quali veniva enfatizzata la pericolosità delle visite alla montagna del S. Martino, causa la presenza di residuati bellici di facile ritrovamento.

Le amministrazioni di Duno, Cassano Valcuvia, Mesenzana e delle Comunità Montane della Valcuvia e delle Valli del Luinese, per evitare inutili quanto dannosi allarmismi, precisano quanto segue:

  1. come è noto nel lontano 1943, sulla montagna del S. Martino, si è svolta una cruenta battaglia fra i partigiani del Ten.Col Carlo Croce ed i Nazi-Fascisti; in cui vennero impiegati, oltre alle armi leggere, anche l’aviazione e diversi pezzi di artiglieria;
  2. al termine dei combattimenti e successivamente, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, le autorità competenti effettuarono un’adeguata bonifica di tutta la zona interessata dall’evento bellico;
  3. nei sessantadue anni che sono trascorsi fino ad oggi, non si sono mai verificati incidenti imputabili all’esplosione di ordigni bellici di qualsiasi genere;
  4. nel 2004 alcune bombe a mano sono state ritrovate, in una cavità naturale di non facile accesso al viandante, da esperti speleologi.
    E’ quindi evidente come l’attuale ritrovamento di un proiettile di cannone di piccolo calibro, conficcato nel terreno sotto la radice di un albero, occultato alla vista di tutti, (motivo della diffusione degli articoli giornalistici di cui sopra) sia dovuto esclusivamente alla ricerca intenzionale di hobbisti che, muniti di appositi apparecchi rilevatori, cercano questo tipo di oggetti per collezione.

In conclusione, la montagna del S. Martino non è assolutamente pericolosa; i pericoli che si possono incontrare, sono i medesimi in cui si può incorrere visitando tutte le montagne di media levatura del mondo. Pertanto, la presenza di eventuali ordigni bellici, sicuramente di difficile ritrovamento, è davvero improbabile, anche se non impossibile, considerato quanto è accaduto nel 1943.

È altresì bene ricordare che nel 2003, la Provincia di Varese, in collaborazione con le succitate Comunità Montane, ha provveduto ad effettuare una sistematica pulizia e messa in sicurezza dei luoghi interessati alla battaglia, collocando una ricca segnaletica, sia nei luoghi in cui si sono svolti i combattimenti, sia lungo i sentieri di interesse paesaggistico; posizionando, inoltre, adeguate attrezzature per la sosta ed il ristoro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Aprile 2005
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