I nuovi conquistadores della Sea
Dura presa di posizione della segreteria regionale di Filt Cgil, che ripropone l'ipotesi di azionariato popolare per il 30 per cento messo in vendita dal Comune di Milano
Riceviamo e pubblichiamo
Perché la privatizzazione di Sea sta diventando il centro di uno scontro politico-economico tra Comune di Milano, Regione Lombardia, Province di Milano e Varese e dentro i partiti di centro destra?
Perché la Lega è addirittura uscita dalla Giunta Comunale di Milano (la città più importante d’Italia amministrata dal centro destra) con la motivazione della privatizzazione di Sea?
Perché la Provincia di Varese (non solo amministrata dalla Lega, ma il luogo dove risiede il potere di questo partito) ha proposto di acquisire il 30% di Sea (con i soldi di chi e a nome di chi?).
Perché la Regione Lombardia si è detta disponibile ad anticipare al Comune di Milano 500 milioni di Euro per il 30% di Sea (salvo poi girare tale quota, o una parte di essa, ad altri investitori, come una pura e semplice operazione di trading?).
Perché il Comune di Milano, in sfregio ad una sentenza che impone che la decisione della vendita di Sea non possa essere assunta dal sindaco e dalla giunta , ma deve passare dal consiglio comunale, ha annunciato che intende andare avanti lo stesso? Perché si viola la legge e la logica che dovrebbero impedire di chiamare privatizzazione il passaggio da pubblico a pubblico di una quota di azioni?
Perché si preannuncia una privatizzazione che è solo una suddivisione di poteri che nulla centra né con lo sviluppo del sistema aeroportuale né con il futuro di Sea?
Perché tanti strani e improvvisati liberisti pronti a privatizzare senza prevedere la collocazione in borsa?
In verità il Comune di Milano ha bisogno di 600 milioni di Euro per finanziare opere già previste che condizioneranno fortemente le elezioni comunali del 2006. La Provincia di Varese (e quindi la Lega) e la Regione vogliono utilizzare lo “stato di necessità” del Comune di Milano per condizionare modalità e finalità della privatizzazione. Siamo d’accordo che il controllo degli aeroporti debba restare all’azionista pubblico e particolarmente agli enti locali. Ma sarebbe bene che le istituzioni locali facessero già adesso quanto è previsto nei propri compiti istituzionali in ragione di programmazione, sostegno al settore e investimenti mirati alle opere che permettano agli aeroporti di essere efficientemente collegate. Si pensi che Malpensa è forse l’unico aeroporto al mondo collegato via treno ad una stazione secondaria! O che Linate attende da 30 anni un collegamento metropolitano con la città! Pensare invece che ogni istituzione locale ha un ruolo solo in quanto è anche azionista è una aberrazione.. Se così fosse le Ferrovie dello Stato dovrebbero suddividersi tra tutte le regioni e province dove arriva un binario! Quel che è quindi chiaro è che siamo di fronte, non all’ingresso di soci privati e nemmeno ad un ruolo maggiore e giustificato di altre istituzioni locali, ma ad una disputa alla fine della quale coloro che rischiano di pagarne le conseguenze saranno i cittadini, l’immagine degli aeroporti gestiti da Sea, i lavoratori che vi operano. Riproponiamo la nostra ipotesi di cessione del 30% attraverso la strada dell’azionariato diffuso aperto ai cittadini, ai lavoratori, ai soggetti istituzionali ed economici, garantendo la trasparenza della operazione con la contestuale collocazione del titolo in borsa.
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