Castellanza, torna la voglia di Balena Bianca
Nella Margherita più d'uno scalpita per entrare nel Grande Centro di Mario Rossi, i DS "frenano" e chiedono di rafforzare l'Unione nel contesto locale
A Castellanza le acque restano agitate, oltre che molto, molto affollate. Partiti, personaggi e liste civiche si guardano di sottecchi e si sussurrano possibili scenari di alleanza: quel che è certo, è che di certo non c’è ancora niente. Restano ancora molte incognite: la ricandidatura dell’ex sindaco Maria
Grazia Ponti, tuttora non ufficializzata; la posizione della Lega e la ricomposizione del centrodestra dopo il suo abbandono da parte dell’ex capogruppo Mario Rossi, che, insieme ad alcuni esponenti di Forza Italia e di altri partiti, ha fondato la lista civica del Grande Centro per Castellanza.
A questo proposito, appare in particolare delicata la posizione della Margherita, che si pone come ago della bilancia tra un possibile progetto di unità delle forze partitiche di centrosinistra nell’Unione, e le sirene del Grande Centro. Anche qui si reitera la lotta fra partiti e liste civiche per accaparrarsi le simpatie – e i voti – dei singoli esponenti della politica cittadina, in un quadro che più confuso non potrebbe essere. Sarà solo da metà febbraio, concordano gli interessati, il quadro delle forze in campo comincerà a delinearsi in modo più evidente.
"È chiaro che la voglia di Balena Bianca c’è" ammette il figliol prodigo Mario Rossi. "Castellanza, storicamente, è sempre stata democristiana, fino all’epoca di Tangentopoli. E la mamma non si dimentica, dicono". Si mira dunque ad una ricomposizione di quel partito che a livello nazionale le inchieste dei magistrati milanesi si erano incaricate di stroncare a suon di avvisi di garanzia e ordini di custodia in carcere. Altri tempi, un paio di ere geologiche fa.
Intanto, la discussione politica potrebbe trovare nuovi spazi se la tornata amministrativa sarà spostata in autunno, come si vocifera da più parti e Rossi cita come concreta possibilità. L’eventuale spostamento del voto avverrebbe per evitare "coincidenze" con quello politico nazionale – una manovra che danneggerebbe peraltro tutti i Comuni in stato di commissariamento, causando sei mesi di "limbo" ulteriore.
Per la Margherita si tiene sul prudente il coordinatore-portavoce Marco Pigni. "Stiamo trattando, senza preclusioni, con vari soggetti. Non nego che alcuni dei nostri iscritti si sono già associati – a titolo personale – con Rossi e il suo Grande Centro". I DS premono per arrivare a costituire l’Unione anche a Castellanza, "ma non ci stiamo così su due piedi", mette le mani avanti Pigni, "senza prima vedere un programma condiviso su cui confrontarci". Stesso discorso per le liste civiche – Grande Centro e i fuoriusciti di Città Viva che hanno fatto cadere la Giunta Ponti. "Non è il momento per fare scelte al buio: se si vuole creare un’unità di fondo bisogna prima coordinarsi a dovere, e questo passo ancora manca". Recentemente Pigni ha scritto una lunga lettera al segretario DS cittadino, Gianni Bettoni, per ribadire la specificità delle elezioni amministrative in realtà medio-piccole come quella castellanzese, e per confutare quanti già celebravano i funerali delle liste civiche; nondimeno, ha lasciato la porta aperta ad un possbile accordo con la Quercia, a patto però che si pongano le fondamenta del Partito democratico, e non di una semplice sommatoria di DS e Margherita.
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