Mancano infermieri. Accorpati tre reparti
I sindacati denunciano la penuria di personale infermieristico all'ospedale e il conseguente accorpamento di urologia, otorino e oculistica
riceviamo e pubblichiamo
Il re è nudo. Dopo mesi di favole spacciate dai fanatici della sanità “alla Lombarda”, a parlare arrivano i fatti. L’Ospedale di Saronno non ha abbastanza infermieri per garantire il normale servizio. Di fronte a malattie, infortuni, dimissioni e gravidanze, la direzione non ha avviato assunzioni per la sostituzione dei lavoratori. L’ospedale ha invece imposto agli infermieri lavoro straordinario e turni massacranti, ottenendo come unico risultato una ulteriore raffica di dimissioni da parte di lavoratrici e lavoratori, esasperati da ritmi di lavoro insostenibili. Ora che non ha abbastanza infermieri per mandare avanti l’ospedale, la direzione propone l’accorpamento di tre reparti: otorino-laringoiatria, urologia e oculistica. Una soluzione che a detta di tutti può essere, al massimo, un “tampone” in grado di reggere per un paio di mesi. Le cause? Secondo la direzione, l’ospedale di Saronno si è limitato a seguire le direttive della legge finanziaria nazionale e del piano socio sanitario regionale. In parole povere: hanno eseguito gli ordini di Berlusconi e Formigoni, adottando una gestione ispirata ai “privati”. I risultati della politica ultra-liberista che punta sull’ospedale-azienda sono oggi davanti agli occhi di tutti: sistematici tagli del personale, ricerca del profitto a tutti i costi, interesse concentrato esclusivamente sui risultati economici. ”.
Una bella anticipazione di quello che ci aspetterebbe nel caso in cui si realizzasse il progetto di privatizzazione dell’Ospedale di Saronno attraverso la trasformazione in fondazione. Quando la regione più ricca d’Italia non è in grado di mantenere in funzione un ospedale, è ora di cambiare. È ora di superare la fallimentare legge regionale sulla sanità, per ripensare il sistema socio-sanitario. È ora di lavorare su un nuovo sistema pubblico, veramente democratico e partecipato, che non guardi solo a bilanci, appalti e profitti, ma abbia al centro la garanzia del diritto alla salute dei cittadini.
Comitato per la Difesa della Sanità Pubblica
(Attac Italia, FP CGIL, Medicina Democratica, Pe No Chao, RdB CUB, Rifondazione Comunista, SLAI Cobas, Verdi)
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