Fabiola Ricci: “La mia Desdemona, tra aggressività e dolcezza”

Ecco come ci racconta il musical Othello una delle attrici protagoniste. Che ci parla di uno spettacolo per tutti, pur sapendo sperimentare

Un grande musical rock, che vuole entusiasmare tutti. Una storia eterna. E tanta sperimentazione. Questo è "Othello, opera rock", il musical che passerà al Teatro di Varese venerdì 19. Un musical che suona come provocazione, visto che rivive una tragedia di Shakespeare a suon di chitarra elettrica. Ma come è nata questa idea e come è stato affrontato il copione originale? Ne parliamo con Fabiola Ricci, che oltre ad essere l’interprete di Desdemona fa parte della produzione dello spettacolo.

Il suo è un curriculum prestigioso nel panorama del musical, con parti in Jesus Christ Supertar, Cats e Rent, prodotto da Nicoletta Mantovani e Luciano Pavarotti. Ma questo nuovo ruolo è stato una sfida alla sua altezza.

La prima domanda è obbligata: come è nata l’idea di trasformare una tragedia di Shakespeare in un musical rock?
«É nata qualche anno fa, la Compagnia della Quarta voleva fare qualcosa di classico, e quindi ha scelto il classico per antonomasia, cioè Shakespeare. Allo stesso tempo non voleva rinunciare alla sua passione più grande, cioè il musical. Poi c’è stato il fortunato incontro con dei musicisti olandesi, che hanno creato le musiche rock, alle quali si accompagnano i testi di Andrea Rizzi. Ne è uscito un grande spettacolo, cantato e musicato interamente dal vivo».

I personaggi della tragedia originale non sono più nobili, come li avete inseriti in un contesto moderno?
«Abbiamo trasformato i protagonisti in un gruppo rock emergente, che sta facendo carriera attraverso le etichette indipendenti. Othello, leader della band, decide di sposare Desdemona per amore, così Brabanzio, ministro della città, minaccia il futuro della band per gelosia».

Come è stato possibile mutare il profilo dei personaggi mantenendo comunque lo spirito dell’originale?
«Certamente in questo abbiamo messo un grande impegno. La tragedia c’è tutta, si compie fino alla fine. In realtà preserviamo tutti i valori e i motivi dell’Othello, come il problema della mancanza di comunicazione. I personaggi, infatti, dialogano poco tra loro e si costruiscono immagini mentali travagliate, che avrebbero potuto scomparire con la comunicazione. Così tutto ciò che dice Jago viene accettato dai personaggi come reale e ciò porta alla degenerazione dei rapporti. I protagonisti iniziano la storia credendo di essere cinque amici, ma i maligni pensieri, rappresentati fisicamente da quattro ballerini, hanno il sopravvento, e sembra non si possa far nulla per contrastarli. Alla fine, quando la tragedia si compierà, sarà per mano di tutti e non solo di Othello».

E come ha affrontato il suo di personaggio, cioè Desdemona?
«Desdemona per me è stata una sfida, perché si tratta di un personaggio decisamente ambiguo. Il regista ha notato che Desdemona a volte appare angelicata, altre presenta una carattere più torbido o comunque meno chiaro. Ad esempio non dice mai nulla per smentire il tradimento pur amando profondamente Othello. C’è ambiguità tra lei e Cassio, mentre il suo amore con Othello è fortemente carnale, e con momenti di estrema dolcezza. Non è stato facile rendere un personaggio sempre in bilico tra aggressività e dolcezza, soprattutto in un’opera rock, che deve arrivare dritta al cuore».

Ciò che probabilmente colpirà il pubblico sarà la messa in scena, qualcosa al di fuori della dimensione temporale…
«È vero si tratta di una messa in scena particolare, con una impalcatura che rappresenta tre piani di esistenza. Su questa impalcatura le anime dei personaggi si muoveranno in modo animalesco. Ad esempio Jago è un ragno che tesse la tela».

Mi sembra di capire che a questo Othello non manchi nulla. C’è la spettacolarità del musical, l’eternità di un classico e anche della sperimentazione. Uno spettacolo per tutti?
«È vero, abbiamo voluto fare qualcosa di nuovo, ma senza dimenticarci mai che questo non è uno spettacolo solo per la elite. Ci sono tutti i canoni del musical tradizionale, con l’impostazione del Jesus Christ Superstar che in fondo è il modello di riferimento per l’opera rock. Si tratta di uno spettacolo profondo ma fruibile da chiunque, con temi universali, veri sempre e in qualsiasi momento».

Per venerdì, quindi, sono tutti invitati a teatro, perché questo spettacolo promette un bel successo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Gennaio 2007
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