Baglioni, strada facendo è arrivato fin qui!
Quasi cinquemila persone ieri sera, giovedì 8 febbraio, al PalaWhirlpool per uno show lungo tre ore
Il palco è quadrato, è posizionato al centro del palazzetto, in modo tale da non avere un fronte. Ci sono strumenti ovunque e un sacco di televisori sui quali durante il concerto verranno trasmesse immagini più disparate: paesaggi, tramonti, cieli, immagini di concerti, vecchie foto di un Baglioni giovanissimo.
Come di rito si spengono le luci e una figura scura con una torcia in mano illumina il pubblico… indossa un cappellino… Eccolo Baglioni, al centro del palco, di nero vestito, che ci dà il benvenuto e intona la sua prima canzone suonando una chitarra. Inutile descrivere l’ovazione del pubblico. Potete godervela direttamente:
Un pubblico che va dai 18 ai 60 anni. Ragazze che si agitano e gridano ad ogni suo passaggio contrastano un pubblico più adulto che invece lo osserva con uno sguardo volto al passato e ai ricordi che li legano alle sue canzoni. Ma a fine concerto tutti batteranno le mani cantando e agitandosi sulle sedie.
Il nostro splendido cinquantaseienne regge praticamente tre ore di concerto senza mai fermarsi. Una canzone dietro l’altra, senza discorsi o altri intrattenimenti, in effetti i brani proposti sono veramente tanti e il tempo quindi è prezioso. Oramai Baglioni si porta dietro un bagaglio considerevole di testi “storici e amati” che “non possono non essere fatti” e così ha trovato la soluzione di fare dei medley dei brani più datati, praticamente intona solo le prime strofe di una canzone per poi passare ad un’altra, senza quindi finirne una. Un po’ (sinceramente) ci si rimane male: mentre si sta cantando a squarciagola Ragazza di campagna non si fa in tempo a prendere fiato che viene intonata subito un’altra canzone.
Lo accompagnano sei/sette fantastici musicisti che suonano praticamente qualsiasi cosa. Gli strumenti sono già posizionati sul palco e sono Baglioni e i suoi a spostarsi a seconda della canzone. Praticamente ad ogni brano c’è un “assetto” diverso… che fatica! Gli strumenti suonati sono tantissimi, potrebbero comporre un’orchestra intera! Chitarre elettriche, acustiche, cinque tipi diversi di batterie, per non parlare delle percussioni, violini, violoncello, sassofoni, trombe, vari tipi di tamburelli, pianole, piatti, fisarmonica, perfino un bongo.
E’ praticamente impossibile dire quante canzoni ha eseguito, comunque non ne è mancata nessuna. A fine concerto non si è sentito nessuno dire: “Però non ha fatto…”, quindi tutti ma proprio tutti soddisfatti.
Unici grandi assenti gli accendini: Piccolo grande amore, brano “vecchio” di trent’anni e pur sempre romanticissimo, non era più lui senza la cornice delle fiammelle. Ma va bene anche così, il tempo passa per tutti. Tranne che per Claudio.
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