Tutti contro il piano industiale di Alitalia
Sea e sindacati compatti nel criticare quanto deliberato dal cda della compagnia di bandiera
A 24 ore dall’ufficializzazione del nuovo piano Alitalia, Sea e sindacati rilasciano le prime dichiarazioni ufficiali, tutt’altro che concilianti con le decisioni del cda dell’ex compagnia di bandiera: «Se il piano di Alitalia si attuasse così come indicato dai media, la situazione per il sistema del trasporto aereo italiano subirebbe gravi danni. L’obiettivo di regionalizzare la nostra compagnia di bandiera taglia definitamene fuori l’Italia dai grandi mercati mondiali. Il piano che è stato definito dalla stessa Alitalia di “transizione/sopravvivenza” e “finalizzato a perseguire condizioni di sostenibilità e continuità dell’attività aziendale nel breve-medio termine” indica trasformazioni strategiche della compagnia che avranno effetti sul lungo periodo e difficilmente recuperabili – fanno sapere da Sea, società che gestisce gli scali milanesi -. Ci auguriamo che l’entrata di un nuovo partner industriale garantisca al più presto un ripensamento delle strategie di Alitalia in un ottica sviluppo che persegua logiche di mercato».
«Il piano Alitalia va profondamente cambiato» è invece il commento di Cgil (segreterie Filt regionali, di Milano e Varese). Il sindacato aggiunge: «Purtroppo quanto era trapelato nei giorni scorsi si è tramutato in un piano industriale che ridimensiona il sistema aeroportuale lombardo a discapito della compagnia di bandiera. Il cda di Alitalia ha approvato il piano che viene definito di sopravvivenza, caratterizzato da un forte limite: quello di non rilanciare il vettore nazionale per farlo uscire definitivamente dalla ormai lunga ed agonizzante crisi – spiegano le segreterie di Filt Cgil -. La scelta contenuta nel piano penalizza il mercato più ricco e redditizio, quello lombardo, che con Malpensa e gli altri scali di Linate e Orio al Serio, rappresenta il punto più importante del sistema aeroportuale italiano. Se negli incontri programmati per il 7 e il 12 settembre il cda di Alitalia manterrà le posizioni di ieri, bisogna sapere fin da adesso che il sindacato confederale lombardo non accetterà tale soluzione e quindi non starà fermo. In sostanza il sindacato confederale lombardo non sospende il giudizio, ma ne esprime uno di forte negatività e preoccupazione. Bisogna sapere che i principali e sostanziali effetti negativi sull’occupazione ricadranno su Malpensa e sul sistema aeroportuale lombardo. Siamo convinti che non esista un automatismo: si cancella un volo fatto da Alitalia e si sostituisce lo stesso con un’altra compagnia, sempre nello stesso aeroporto. Il trasporto aereo è fatto di componenti complesse e non sempre esiste un’azione meccanica di risposta positiva agli interessi di mercato. Infine chiediamo all’azionista di assumersi tutte le responsabilità del caso. Questo problema non può essere relegato al management – concludono le segreterie di Filt Cgil -, ma per le implicazioni produttive ed occupazionali, dovrà essere assunto in prima persona dal Governo. Alitalia è un’impresa talmente importante e significativa per gli interessi del nostro paese, che il suo futuro non può essere delegato esclusivamente ad un gruppo dirigente aziendale, anche se competente e legittimato».
«A Londra, Parigi, Francoforte si festeggia a caviale e champagne – commenta Dario Balotta, segretario regionale di Fit Cisl -. Un regalo inaspettato per i vettori stranieri che potranno così ulteriormente alimentare i loro hub con i passeggeri del ricco mercato del Nord Italia. Potranno così mettere le mani sul mercato intercontinentale di Malpensa, presidiato, al momento, da Alitalia con il 76 per cento dei propri voli intercontinentali (18.347 nei primi sei mesi dell’anno contro i 5.680, il 24%, di Fiumicino). E’ contro ogni logica di marketing privilegiare i mercati meno redditizi a discapito di quelli più ricchi ed in crescita, soprattutto considerando a Milano Alitalia imbarca mediamente 109 passeggeri per velivolo contro i 104 di Roma».La community di VareseNews
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