Per passare l’impresa alle nuove generazioni? bisogna cambiare la testa
Ha affrontato problemi e aiuti il convegno sul passaggio generazionale d'impresa, organizzato da Api CNA e Centrocot
Quello di cedere ad altri le redini della propria azienda, anche se alle nuove generazioni della tua famiglia, è innanzitutto un argomento difficile da digerire per gli imprenditori: A dirlo è la platea limitata – anche se concretamente interessatissima – che si è presentata a MalpensaFiere nel pomeriggio del 27 settembre per l’incontro che ha affrontato il passaggio generazionale dell’impresa e proposto gli aiuti per gli imprenditori che ne hanno bisogno grazie ai fondi del progetto Saturno. “Non mi aspettavo a dire il vero di trovare molte persone di più di quelle che stanno sedute al tavolo, per un incontro su questo argomento – ammette però Maria Grazia Cerini, direttore del centro tessile cotoniero – Perchè il problema del passaggio generazionale in azienda è un fatto culturale, e perchè è difficile per un imprenditore interiorizzare questo passaggio ”.
Eppure, studi UE alla mano, il trenta per cento delle aziende europee passerà di mano nei prossimi 10 anni: un turn over significativo, che dovrebbe essere molto sentito. Ma il problema, in questo caso, è proprio a monte, “Quello del passaggio generazionale dell’azienda è un momento difficile, e il principale problema è proprio il passaggio tra chi cede la guida e chi è chiamato a farsene carico – spiega Umberto Rega, responsabile della formazione di Api Varese – Spesso per la generazione precedente è difficile delegare, cosa che invece va imparata. Quello che una volta era un fattore vincente, il controllo familiare, ora può essere un elemento di difficoltà nella crescita e nella prosecuzione ottimale di una impresa”.
Il primo passo, per riuscire a far sopravvivere la piccola azienda a chi l’ha creata è proprio questo: la consapevolezza di avere bisogno di aiuto, il cominciare a pensare concretamente e oggettivamente al futuro della propria azienda, non considerarla nel semplice orizzonte temporale dell’imprenditore.“Il nostro compito è trovare le soluzioni migliore per affrontare il passaggio generazionale, spesso anche trovando soluzioni per risolvere delle situazioni di sofferenza che si creano in alcune realtà – spiega Lina Balzan, entrando nei particolari del lavoro quotidiano di Cna, e di ciò che in generale affrontano le associazioni di piccoli imprenditori e artigiani come la sua – lo facciamo da 40 anni, innanzitutto con risorse interne. E abbiamo capito che ogni trasferimento dell’impresa, sia all’interno della famiglia sia a un terzo, è una storia a sè”.
Per questo l’associazione artigiana ha presentato (e questo era il reale scopo del convegno) il progetto di consulenza al passaggio generazionale d’azienda più flessibile tra i tre presentati dalle diverse realtà accreditate su Varese per l’azione 2 di Saturno: un corso con un monte ore che va dalle 8 alle 40, a seconda delle esigenze: l’unico punto fisso per tuti sono le prime 4 ore, dove ci si rende conto di quanto servirà al soggetto per avere gli strumenti adatti al passaggio.
Ma per utilità gratuita non sfigurano affatto nemmeno gli altri due corsi, proposti e approvati da Api e Centrocot.
Più precisamente il progetto di Api tende a dare alle giovani generazioni la marcia in più di una maggiore cultura verso l’internazionalizzazione e l’innovazione tecnologica.
Mentre quello del Centrocot si rivolge alle aziende tessili, le più pessimiste sull’esito di un eventuale passaggio di impresa, che è invece ancora possibile e auspicabile nel settore. E, nel settore, ha creato anche una sottosezione destinata alle 360 aziende varesine specializzate nel ricamo, su espressa richiesta di alcune di queste imprese.
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